Malinconico, intimista, romantica, tenero. Eppure ha debuttato sul palco come “Cumenda”, in stile Dogui. E faceva ridere. Il ritratto di uno dei cantautori più amati dell’onda degli anni Ottanta a Milano.
Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese
# L’inizio nel cabaret nella parte del Cumenda
Un artista “in punta di pedi”, timido e un po’ malinconico, ironico e al tempo stesso dolce e romantico. Tanto amato dal pubblico di due generazioni, anche se lui è sempre rimasto due passi indietro rispetto a tanti altri colleghi, anche quelli molto meno bravi di lui. Fabio Concato è un milanese che si è fatto le ossa col cabaret, iniziando a 21 anni, con Bruno Graceffa e Giorgio Porcaro, al Derby. Fabio impersonava un idustrialotto di Milano, un po’ cumenda alla Guido Nicheli e un po’ intenerito dalle maestranze. Era un modo per farsi conoscere in un mondo, quello dello spettacolo, che già un po’ conosceva, perchè il padre era chitarrista Jazz e i nonni paterni (Nino Piccaluga e Augusta Concato) erano cantati lirici. Il papà di Fabio, che per campare faceva il rappresentante, aveva un’estro musicale invidiabile, quando si esibiva prendeva il nome d’arte di Concato, come la madre. La stessa scelta è stata poi adottata anche dal nostro cantautore, classe 1953, il cui vero nome è Fabio Bruno Ernani Piccaluga.
La regia di quei primissimi spettacoli di cabaret era di un giovane Gianfranco Funari: “devo molto a lui -confidò Concato in un’ intervista di circa un anno fa- perchè quando cercai di farmi conoscere con le prime canzoni, facevo fatica ad emergere e Gianfranco mi portava ai suoi spettacoli, chiedendomi di suonare e cantare, offrendomi molte opportunità per farmi conoscere dal pubblico”.
# Dal primo album alla Domenica Bestiale
Nel 1979 esce l’album “Zio Tom”, dal quale traspare tutta l’ironia e al tempo stesso la malinconia di Fabio Concato: la canzone che da il titolo all’LP è una dura critica alla rassegnazione e all’ accondiscendenza dei più deboli verso i potenti. Nello stesso disco troviamo “Rag. Minghella”, dove trapela la denuncia verso una società che non comprende la voglia di emancipazione e di indipendenza della donna. “Bossa Nova Milanese” è una ironico brano, con ritmi brasiliani, sulla Borsa di Milano. Alla nostra città Concato dedicherà un passo di “Domenica bestiale”, inserita nell’abum del 1982, dove canta “…sapessi amore mio come mi piace partire quando Milano dorme ancora, vederla sonnecchiare, accorgermi che è bella, prima che cominci a correre e ad urlare….”. In realtà questa parentesi dedicata a Milano è all’interno di una dichiarazione d’amore più ampia che Fabio Concato ha voluto fare alla moglie Elisabetta, con la quale è legato da ben 44 anni.
# Fiore di Maggio, Rosalina e… Pino Daniele
La carriera del cantautore è lunga e ricca di lavori artistici che rimarranno scolpiti per sempre nella storia della musica: come “Fiore di Maggio” del 1984, dedicata alla primogenita Carlotta, “Gigi” scritta nel ’90, in memoria del padre e “Rosalina”, realizzata negli anni ottanta, ispirandosi ad una ragazza che Fabio conobbe per davvero, sulla spiaggia di Viserba, vicino a Rimini.
La dote artistica di Concato è rappresentata da 12 album, 9 raccolte, una ventina di singoli e innumerevoli collaborazioni con altri artisti, tra cui Samuele Bersani, Marco Ferradini, Pierangelo Bertoli e Pino Daniele. Di quest’ultimo artista Fabio ama raccontare un aneddoto risalente all’inizio degli anni novanta: “avevo scritto una musica, che mi piaceva, ma non riuscivo a cucirci sopra un testo. Ho chiesto soccorso a Pino Daniele, durante un incontro avvenuto in un locale. Lui registrò la musica e nella notte seguente scrisse le parole. La mattina dopo mi mandò il fax con il testo che aveva preparato per quella mia musica. Era in napoletano, io da milanese ho fatto un po’ di fatica a cantarlo. Ma alla fine ci sono riuscito”. Ed è nata così un’altra perla di Fabio Concato (questa volta in collaborazione con Daniele) ed è “La canzone di Laura”, brano del 1992, inserita nell’LP “In viaggio”.
Fabio Concato è anche l’autore di “051/222525”, ovvero il numero di Telefono Azzurro, che il cantante milanese aiutò con i proventi giunti da questo struggente brano, che contribuì in modo significativo a far conoscere questo prezioso servizio.
Fabio Concato, cantante, marito, padre e anche nonno: Carlotta ha una figlia, Nina, ora di tre anni e il nostro contautore ha voluto dedicare un brano anche alla piccina, intitolato “L’aggeggino”. Chissà che l’aggeggino, un giorno, diventi un’altra “voce” popolare di Milano.
FABIO BUFFA
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