Praticamente ha firmato le scenografie dei più grandi programmi della tv italiana per almeno due decenni.
Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA
# Scomparso a Gennaio
Per la televisione è stato il coreografo di trasmissioni rimaste nel mito, come “Studio Uno” (1961), “Canzonissima” del 1971, “Milleluci” del ’74, “Doppia coppia”, “Fantastico 7” (del 1986) e “Festivalbar”, mentre per il teatro ha curato regia e coreografie del “Rugantino”, di “Vacanze Romane” e “Al cavallino bianco”, solo per fare alcuni nomi. Parliamo di Gino Landi, al secolo Luigino Gregori, altra personalità scomparsa recentemente: Landi nacque a Milano il 2 agosto 1933 e ci ha lasciato lo scorso 17 gennaio all’età di 89 anni.
# L’ideatore del Tuca Tuca
Lavorò anche per il cinema, collaborando per Ennio Flaiano, Sergio Leone e Federico Fellini. Fu regista di alcune edizioni del Festival di Sanremo, quelle condotte da Pippo Baudo. Qualcuno lo ha definto l’inventore del popolare “Tuca Tuca” di Raffaella Carrà, in realtà il racconto di Enzo Paolo Turchi (che con la Carrà quei movimenti sensuali li propose per la prima volta, proprio a Canzonissima del 1971), mette un po’ di chiarezza: “ero a casa di Raffaella, con quest’ultima, Boncompagni e Landi; Gino voleva proporre un ballo da presentare in una sola puntata, e ideò per me e la Carrà una danza uguale al Tuca Tuca, ma che prevedesse anche un passo in cui io dovevo prenderla, abbracciarla e farla volteggiare. Boncompagni invece aveva in mente un ballo semplice, che potessero farlo tutti da casa, così “asciugò” e semplificò la prima versione di Gino Landi“
# La danza in televisione
Per Canzonissima del 1968, quest’ultimo per la sigla iniziale creò quella coreografina diventata intramontabile, con i cantanti in gara (Claudio Villa, Enzo Jannacci, Patty Pravo, Little Tony, Fausto Leali, Caterina Caselli, Orietta Berti e altri) a cantare in coro la canzone “Zum Zum Zum” schierati in maniera quasi militare.
Gino Landi fu bravo a cambiare il sistema di fare Tv: fino agli anni sessanta, a ballare nelle coreografie c’erano i così detti “boys”, ragazzi carini che non avevano però grande dimestichezza con la danza, Landi per la Tv invece decise di prendere i ballerini dai teatri, dalle opere, come Enzo Paolo Turchi ed Enzo Cesiro, provenienti dal San Carlo di Napoli, portando sul piccolo schermo la tecnica della danza.
Tutti i titoli di testa delle trasmissioni televisive degli anni ottanta e novanta avevano il suo nome come coreografo o regista. Aveva la grande capacità di suggerire in modo chiaro ai ballerini come doveva muoversi la scenografia, era un professionista pignolo e puntiglioso, dotato umanamente di grande umiltà. Gino Landi diceva, “mi sento fortunato, perchè ho sempre lavorato in un bel clima, raramente ho avuto problemi con attori e ballerini. E poi a me andare d’accordo con la gente viene naturale“. Ogni tanto gli si sentiva dire, “ditemelo se dico una fesseria”, proprio perchè credeva nell’adesione di tutto il cast nella realizzazione di un lavoro teatrale o coreografico.
# Figlio d’arte
I genitori di Luigi Gregori Landi erano artisti di varietà che si esibivano al Teatro Dal Verme di Milano e lo spinsero a fare danza. Lui però optò per la coreografia. Nel 1956 un suo lavoro, “Bulli e Pupe”, proposto al Teatro Alcione di Piazza Vetra, venne apprezzato da Erminio Macario, che gli chiese di diventare suo coreografo. Nel 1957 l’attore torinese lo fece lavorare nello spettacolo “Non sparate alla cicogna”, per proseguire in “l’Onorevole, “Io e l’ipotenusa”, “Non sparate al reverendo” e in altre opere. Nel 1958 Landi entra in Rai, come regista e coreografo: realizzò le scene di “Giardino d’inverno”, “Buone vacanze” e altri spettacoli per la Tv.
Garinei e Giovannini lo vollero per le coreografie di “Angeli in bandiera”, “FeliciBumTà”, “Alleluja brava gente” e “Aggiungi un posto a tavola”, ma Landi poi proseguì la sua opera in televisione, con trasmissioni rimaste nella memoria dei telespettatori. Negli anni ottanta firmò poi le scenografie di “Serata d’onore”, “Uno su cento” e “Varietà”, collaborando anche per il teatro lirico e per l’operetta, curando gli allestimenti de “Il Barviere di Siviglia”, “Vivì”, “Can Can”, “La vedova allegra” e “Il paese di campanelli”. La carriera di Gino Landi si incrociò spesso con quella dell’attore milanese Sandro Massimini.
FABIO BUFFA
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