Ispirato al romanzo dell’ucraino adottato da Milano, Wladimiro Scerbanenko, intitolato “I milanesi ammazzano al sabato”, è uno dei film più iconici nella storia del cinema italiano.
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I 50 anni del noir milanese «La morte risale a ieri sera», uno dei film più iconici del cinema italiano
# Uno dei film più iconici nella storia del cinema italiano con Milano protagonista
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Cinquantacinque anni fa usciva uno dei film più iconici nella storia del cinema italiano, perchè, in una Milano che di lì a poco avrebbe conosciuto il decennio degli anni di piombo, metteva insieme crimine, perversione, disabilità psichica, prostituzione, falso perbenismo e l’amore di un padre verso la propria figlia. Parliamo di “La morte risale a ieri sera”, una pellicola diretta da Duccio Tessari, che conta su un cast di attori e attrici a dir poco eterogeneo, come estrazione, fama e caratteristiche recitative: si andava dal mitico bel tenebroso Raf Vallone, al navigato Frank Wolff, che in precedenza si era districato tra il film sul bandito Salvatore Giuliano, l’horror di fantascienza, i western e le pellicole con Bud Spencere e Terence Hill. Poi ancora la “pin-up” Gillian Bray e il recordman di film girati Gabriele Tinti; il playboy Gigi Rizzi e un insospettabile Jack La Cayenne, irriconoscibile e in un ruolo drammatico.
Questa pellicola era ispirata al romanzo dell’ucraino, adottato da Milano, Wladimiro Scerbanenko, intitolato “I milanesi ammazzano al sabato”, ultima opera della quadrilogia di Duca Lamberti, il commissario che, nel film di Tessari, è interpreatto da Frank Wolff.
# La tram del film
E’ Milano la vera protagonista di “La morte risale a ieri sera”, un titolo che spoilera la trama: Donatella Berzaghi (Gillian Bray) è una bella ragazza con problemi di grave ritardo psichico, che a causa della sua ingenuità è molto vulnerabile di fronte agli uomini. Un giorno sparisce di casa e il padre (Raf Vallone) si reca disperato dalla Polizia per chiedere che si faccia di tutto per ritrovarla. Il commissario Lamberti e il suo socio Mascaranti (Gabriele Tinti), si mettono subito alla ricerca della ragazza, indagando nel mondo della prostituzione: infatti Donatella è stata rapita da personaggi senza scrupoli che sfruttano sessualmente la sua bellezza e la sua ingenuità.
Il film si sviluppa in una trama che si districa tra pervertiti clienti facoltosi, ragazze che si prostituiscono per pagarsi gli studi, malavita, degrado e la struggente volontà del padre di Donatella di ritrovare la figlia. Quest’ultima, dopo essere stata venduta a diversi bordelli, viene ritrovata morta in piena campagna. Il motivo del delitto è legato alla disabilità della ragazza, che, impaurita per la tremenda vita che i suoi protettori la costringono a subire, si agita e si dispera chiedendo insistentemente del padre. Quando quest’ultimo apprende della morte della figlia, si mette sulle tracce dei tre assassini e riesce ad ucciderli tutti, appena prima che la Polizia riesca ad individuarli.
E’ un film che attirò molto l’attenzione del pubblico, per la trama, ma anche per quella brama del volersi far giustizia da solo da parte del Berzaghi, che alla fine sfocia in una vendetta tanto violenta quanto liberatoria per lo spettatore.
# I luoghi in cui è stato girato
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E Milano fa da padrona di casa a questo noir poliziesco. La casa in cui abita il Berzaghi con la figlia Donatella si trova in via Giuseppe Govone 40, l’autosalone gestito da Salvatore (Gigi Rizzi) che in realtà è un protettore di ragazze che si prostituiscono, si trova in via Cenisio e infine, il luogo in cui lo stesso personaggio viene ammazzato, appena viene scoperto che sta collaborando con la Polizia per ritrovare Donatella, è Piazza Vetra.
Gli altri luoghi milanesi protagonisti della pellicola sono: la Questura in via Fatebenefratelli, via Valtellina, dove lavora il padre di Donatella e la Strada Provinciale 40 Binasco-Melegnano, nel comune di Carpiano, dove si trova l’albergo (gestito dal personaggio interpretato da La Cayenne) in cui la giovane disabile si prostituiva e da dove fu portata via per essere ammazzata. Altra strada in cui vengono girate alcune scene del film è via Caradosso.
FABIO BUFFA
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