Detto “il Pietrificatore” per via della tecnica da lui inventata per conservare perfettamente i corpi per un tempo indefinito, lo scienziato Paolo Gorini ha progettato e fatto realizzare il primo forno crematorio moderno, copiato da Parigi e Londra. A Lodi si trova il “macabro” museo che accoglie i suoi più importanti reperti, tra mummie e corpi pietrificati.
Il PIÙ GRANDE IMBALSAMATORE del mondo era di Milano
# Paolo Gorini, detto “il Pietrificatore”
Paolo Gorini matematico e scienziato, conosciuto per essere il famoso preparatore di cadaveri e parti anatomiche secondo un procedimento segreto da lui stesso inventato e sperimentato, era apprezzato in tutto il mondo. Soprattutto per le sue scoperte sulla conservazione delle sostanze organiche e in particolare per il metodo di conservazione meglio noto come “pietrificazione.” Nel 1872, ormai noto a livello internazionale per i suoi ottimi preparati anatomici, venne chiamato a Pisa per pietrificare la salma di Giuseppe Mazzini, ma non poté fare altro che “disinfettarlo” per la tumulazione essendo morto già qualche giorno prima.
# La “formula segreta” di essicazione dei cadaveri
Nel 2005 è stata recuperata e resa pubblica la formula “segreta” dei preparati goriniani, che prevedeva una base di bicloruro di mercurio e muriato da iniettare dall’arteria femorale del cadavere esangue, permettendo la totale essiccazione del corpo intero o di sue parti, consentendone una conservazione praticamente indefinita. In sostanza questo procedimento consentiva di “mineralizzare” le sostanze organiche, ovvero di riprodurre artificialmente un processo simile a quello che permette la formazione dei fossili.
# Il museo a Lodi con la collezione anatomica
Il macabro e affascinante museo che raccoglie i risultati delle sue scoperte sulla conservazione delle sostanze organiche è ospitato nell’Ospedale Vecchio di Lodi, oggi sede dell’Azienda Sanitaria della Provincia di Lodi. Inaugurato nel 1981 contiene una piccola ma preziosa collezione anatomica, in particolare gli ultimi reperti anatomici preparati da Paolo Gorini tra il 1842 e il 1881.
I reperti si possono dividere in due grandi categorie: i preparati a secco, ovvero senza l’immersione in spirito, depellati, con chiaro intento didattico e le pietrificazioni che invece non rivelano particolari invisibili e interni, ma rappresentano le esatte fattezze del defunto addirittura nel colore dei capelli e dei peli perfettamente conservati.
Vi sono anche due mummie con una serie di lastre radiografiche eseguite sulle salme per illustrare la presenza dei visceri ed indicare le vie di iniezione dei liquidi mummificanti.
# L’invenzione del forno crematorio nel 1876, copiato anche da Parigi e Londra
Nel 1874 iniziò a sperimentare un nuovo sistema di distruzione dei cadaveri attraverso la combustione, progettando il primo forno crematorio moderno nel 1876, grazie al quale incontrò un successo insperato. Il primo forno, così come progettato dallo scienziato, fu costruito presso il cimitero di Riolo nel 1877 e nella notte fra il 5 e il 6 settembre dello stesso anno avvenne la prima cremazione. Sempre nel 1877 ne venne edificato uno a Milano dall’architetto Maciachini, e dopo essersi diffuso negli anni successivi in altre città italiane, arrivò anche in Europa: a Parigi nel cimitero Pére Lachaise nel 1887 e a Londra nel cimitero di Woking nel 1888.
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FABIO MARCOMIN
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