Dove chiudono, lui apre. Sfidando una tendenza che sembra inesorabile. Foto di Andrea Cherchi
«Improvvisamente l’illuminazione: partire per Milano, progettare a Milano il mio futuro»: LORENZO SCANO, con la forza di Milano per inseguire un SOGNO
Un’esplosione di ottimismo. Un concentrato di fiducia, di caparbietà, di determinazione e gratitudine. Bisogna necessariamente partire da questo, per descriverlo: prima dire chi è, solo dopo cosa fa. Non solo perché il proprio essere definisce ciò che farai, ma perché quando lo si conosce si capisce subito che raccontare solo la sua scelta professionale sarebbe limitante.
Lorenzo Scano, trent’anni compiuti lo scorso marzo, è uno scrittore. Da poco è anche un edicolante di Milano. Ma a Milano, Lorenzo, non ci è nato: Milano l’ha scelta. Ha lasciato la sua Sardegna, di cui è originario, per raggiungere il capoluogo lombardo: la ragione? Non era quella di fare il giornalaio, «ma tutto accade per un motivo. A Milano puoi decidere quali obiettivi vuoi raggiungere, ma è una città che saprà sorprenderti e portarti in direzioni che non avevi neanche immaginato» dice Scano.
# «Milano è la città in cui tutto può succedere»
«Ho vissuto un momento in cui ho avuto l’opportunità di riflettere. Molto tempo a disposizione per pensare e capire chi volevo essere, cosa volevo fare e, dunque, quale strada percorrere». Lorenzo descrive così il periodo che l’ha visto fermo per venti giorni in ospedale, ricoverato a causa di un’infezione.
«In quel periodo facevo il buttafuori in Sardegna; nel frattempo, chiaramente, portavo avanti la mia carriera da scrittore. Improvvisamente l’illuminazione: sapevo che sarei dovuto partire per Milano, progettare a Milano il mio futuro». Il futuro di Lorenzo sono i libri e non solo quelli che, oggi, vende alla sua edicola: «Milano è la città in cui tutto può succedere: non penso ci sia città migliore per chi vuole sviluppare la sua carriera da scrittore, così come per chi vuole fare qualunque altra cosa. A Milano è possibile svolgere professioni che in altre città d’Italia neanche esistono o comunque non danno possibilità di crescita. Tra queste, appunto, lo scrittore».
# «Qui a Milano nessuno ha mai osato dirmi che sono stato un folle a fare questa scelta»
Lorenzo Scano è scrittore (la sua ultima pubblicazione è “Via Libera” per Nero Rizzoli) e oggi lavora anche nella sua nuova edicola in via Buonarroti: «Ho scelto Milano ancora prima di sapere che sarei venuto qui ad aprire un chiosco di giornali e libri – spiega –; sarei venuto in Lombardia a fare qualunque cosa, pensavo che avrei potuto anche continuare a fare il buttafuori, nel mentre che avrei scritto. Avevo qualche colloquio da fare in alcune librerie, poi un caro amico di famiglia mi ha proposto di mettermi in proprio, insieme a lui, per aprire una libreria che fosse la mia. Un giorno scopro per caso, passeggiando, il chiosco in Wagner: è chiuso e presuppongo sia in vendita. Scopriamo che, sì, in effetti lo è. E da lì abbiamo iniziato le pratiche per rilevarlo».
In un periodo in cui si fa un gran parlare del mondo dell’editoria etichettandolo come “morente”, soprattutto in relazione alle numerose edicole in chiusura, Lorenzo va controcorrente: «Non mi sono soffermato a pensare a questo aspetto disfattista e la cosa più bella è stata che, qui a Milano, nessuno ha mai osato dirmi che sono stato un folle a fare questa scelta o ad azzardare la solita frase “ma chi te l’ha fatto fare”. Anzi, le persone mi ringraziano, si complimentano, sono felici che il chiosco di via Buonarroti abbia riaperto. Tutto può fallire e tutto può funzionare – sentenzia Lorenzo –: dipende tutto dagli obiettivi che ti poni».
# «Milano sa darti. Ma soprattutto, sa darti indietro ciò che dai»
Sono le 10:27 di un venerdì di fine giugno e Lorenzo, mentre ci rilascia questa intervista, ha già finito le copie de La Repubblica e del Corriere. Un successo che nemmeno lui si aspettava. Uno scalpore assolutamente inatteso, ma che sta accogliendo con adrenalina e professionalità.
«Milano sa darti. Ma soprattutto, sa darti indietro ciò che dai. Mi spiego meglio: nessuno ti regala niente, da nessuna parte, ma a Milano puoi essere certo che i tuoi sacrifici saranno sempre e comunque ripagati. È una città meritocratica e riconoscente, cosa che non avviene ovunque. Milano ti premia, non c’è una scelta migliore che si possa fare se ci si pone determinati obiettivi. Certo, non sono arrivato in Lombardia senza timori: conoscevo già Milano, ma viverla per due giorni per venire a presentare il mio libro e decidere, invece, di renderla la tua città è tutta un’altra cosa. Ho lasciato la mia famiglia, i miei amici… non è stata una scelta facile, ma oggi posso dire sia stata una scelta felice. Quello che mi aspetto da Milano – conclude Lorenzo – è ciò che già di Milano conosco: riconoscenza. Semplicemente perché sono pronto a dare tutto quello che sono per riuscire nei miei obiettivi e nei miei intenti. Poi, ripeto: Milano è una sorpresa, pensare di sapere cosa ti accadrà vivendo in questa città è presunzione. Sono pronto ad accogliere qualsiasi opportunità».
Quello che mi aspetto da Milano è ciò che già di Milano conosco: riconoscenza. Semplicemente perché sono pronto a dare tutto quello che sono per riuscire nei miei obiettivi e nei miei intenti
Continua la lettura con: Andrea Mirò: “Milano deve tornare ad essere un LABORATORIO ANOMALO di modernità”
SABRINA FALANGA
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