“La marcia su Roma”, il film di Dino Risi ambientato nella “mantovana” Milano

La storica pellicola cinematografica in cui Mantova si “travestì” da Milano

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Marcia su Roma
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Nel 1962 la città di Mantova si “travestì” da Milano, anzi, venne spacciata per Milano. Detta così la cosa sembra un po’ strampalata, in realtà nel film “La marcia su Roma” il regista Dino Risi volle ambientare diverse scene nel capoluogo lombardo, utilizzando però le vie della città virgiliana.

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“La marcia su Roma”, il film di Dino Risi ambientato nella “mantovana” Milano

# La manifestazione eversiva delle camice nere sul grande schermo

Musei Alto Vicentino – La marcia su Roma

Spieghiamo un po’: a quarant’anni dalla marcia su Roma, a diciannove dalla caduta del Fascismo, diciassette dalla Liberazione e in pieno “Boom economico”, il regista milanese vuole far rivivere attraverso il grande schermo la manifestazione eversiva delle camice nere, dandole una connotazione, ora comica, ora drammatica, avvilente e grottesca. Negli anni sessanta l’argomento era da maneggiare con cura (anche se oggi lo sarebbe ancora di più), così venne scelto un cast di attori e attrici che erano una garanzia nella riuscita del film. Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman sono gli indiscussi protagonisti, che si appoggiano a figure caratterizzate dalla grande espressività, come Giampiero Albertini e Liù Bosisio.

# Mantova scelta per “vestirsi” da Milano

Mantova – Via Massari – Set cinematografico del film La marcia su Roma di Dino Risi – Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman durante una ripresa

La protagonista del film è Mantova, ma Risi fa credere al pubblico di essere a Milano: già nella prima scena si è in via Anselmo Guerrieri Gonzaga, ma i dialoghi ci inducono a credere di essere nella città meneghina. Poi è tutto un percorso di seicento chilometri da Milano e Roma, dove l’ex militare della Grande Guerra, Domenico Rocchetti (Gassman), scansafatiche e scroccone, aderisce, per puro interesse nello sbarcare il lunario, all’organizzazione della sfilata che preparò il terreno all’ascesa di Benito Mussolini. Rocchetti casualmente incontra il contadino Umberto Gavazza (Tognazzi) che, deluso dalla vita e dalla famiglia, accetta di aggregarsi alla rivoluzione fascista partendo con Rocchetti e con la truppa lombarda di fasci, verso la Capitale.  La carovana  semina azioni contro socialisti e antifascisti. La trama si chiude con l’arrivo dei protagonisti nella città eterna, ma Rocchetti e Gavazza, delusi e avviliti dalle forti contraddizioni e dall’uso della violenza delle camicie nere, svestono gli abiti fascisti, si vestono con abiti civili e assistono all’invasione capitolina da perplessi spettatori.

Anche via Carlo Poma, sempre a Mantova, deve creare nello spettatore l’impressione di essere a Milano: qui si accende una rissa in cui Gavazza e Rocchetti vengono arrestati e condannati al carcere dal giudice Bellinzoni. Usciti di prigione, i due protagonisti si uniscono ai fascisti guidati da un certo Paolinelli, reduce della Prima Guerra Mondiale.

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# La vendetta dei due protagonisti, interpretati da Gassman e Tognazzi, nei confronti del giudice che li aveva condannati

Marcia su Roma

Tra atti di vandalismo nei confronti di una tipografia socialista, verso la sede di “Unità proletaria” e scritte sui muri inneggianti a Mussolini (dove il set era nel comune di San Benedetto Po), Gavazza e Rocchetti approdano in piazza Sordello (sempre nella località virgiliana) a bordo del camion che trasportava la truppa. I due vanno alla ricerca dell’abitazione del giudice Bellinzoni, per vendicarsi (con una punizione purgativa a base del celeberrimo olio di ricino) della carcerazione che il magistrato aveva loro inflitta. Qui Dino Risi ci fa intendere di essere ancora nel capoluogo lombardo, in realtà siamo via Massari (ora via Govi), qui al Bellinzoni, viene fatto bere quel famoso olio.

Il film prosegue per circa mezz’ora lasciando le ambientazioni mantovane, per proseguire in località dell’Italia centrale, fino alla Capitale. Ma la città di Mantova, scelta per “fingersi” Milano, rappresenta il fulcro di questa iconica pellicola.

FABIO BUFFA

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.

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