Nacque a Milano il 29 dicembre 1926, la sua casa era in Corso di Porta Romana al civico 60. Durante la guerra il palazzo dove abitava venne bombardato, lei aveva 16 anni e una sua zia, per farle superare i problemi economici che afflissero la famiglia dopo il disastro bellico, la aiutò ad iscriversi ad un bando per giovani interpreti radiofonici, alla Eiar. Lo passò.
Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano
# Debuttò a soli due anni
Parliamo di Liliana Feldmann, attrice teatrale, doppiatrice, cantante e, appunto, conduttrice radiofonica. A dire il vero il padre (Dante) e la madre (Pina Granata), erano attori dialettali milanesi. Dante aveva interpretato il “Meneghino”, ideato da Carlo Maria Maggi. Liliana debuttò su un palco molto piccola: “avevo due anni e tre mesi, mi coinvolsero quelli della compagnia di prosa dialettale “La Stabile””, dichiarò la Feldmann negli anni novanta. La compagnia di allora era al Teatro Principe, in viale Bligny. Si definiva “ape operaia” dello spettacolo, per quella sua ostinata volontà di magliorarsi attraverso il duro lavoro. Che dimostrò già appena entrata all’Eiar: “era il 1943, cantavo canzoni in italiano, milanese e in tedesco, per via dell’alleanza con la Germania”. Allora l’emittente radiofonica di Stato era in via Morvione, poi, dopo la guerra, passò in Corso Sempione 27.
# “Io, interpretando la volontà del pubblico, chiedevo al Sindaco di mettere a posto la città”
Finalmente la guerra finì, all’Eiar si iniziò a respirare aria di cambiamento e d’innovazione. Nel 1949, all’Eiar di Milano, iniziarono le prime trasmissioni di commedie e programmi dialettali: i prodromi furono “Siamo tutti milanesi”, “Ciciarem un cicinin” e “Quatar pass in galeria”, tutti lavori radiofonici che si tenevano in diretta la domenica pomeriggio, dove si trattava la nostra città e i suoi problemi con spirito ironico e satirico. “In una di queste trasmissioni avevo una rubrica in cui i cittadini potevano scrivermi tutto ciò che volevano, io, interpretando la volontà del pubblico, chiedevo al Sindaco di mettere a posto la città“.
Liliana Feldmann ha tenuto a battesimo la TV, lavorando nelle prime trasmissioni televisive che si svolgevano a Torino; era tutto molto sperimentale, e proprio per questo, molto coinvolgente. “Partivamo da Milano per andare a Torino a girare le trasmissioni, poi si tornava indietro in giornata”. In TV incontra Mike Bongiorno, allora giovanissimo emergente che dimostrava già talento nella conduzione dei quiz. “In televisione si svolgevano le commedie in tre atti, come a teatro, con gli intervalli tra un atto e l’altro, però senza pubblicità, come adesso”.
# Inizia l’epoca del doppiaggio e della radio
Alla Rai conobbe Dario Fo, Franco Parenti, Walter Marcheselli, Fausto Tomei, Evelina Sironi, Nino Bianchi e Marco De Angeli, tutti pionieri della tivù pubblica. Per Liliana inizia l’epoca del doppiaggio e del cinema: sue erano le voci di Geraldine Page e Jeanne Moreau, mentre al cinema recita in quattro lavori, tra cui “Walter e i suoi cugini”, del 1961, film commedia che voleva “sfottere” “Rocco e i suoi fratelli”, al fianco di Walter Chiari, Ave Ninchi e Carlo Delle Piane. In TV è protagonista in sette trasmissioni, mentre non si fa scappare le opportunità che le arriveranno dalla radio. Naturalmente la carriera di Liliana Feldmann vede la presenza di tanto teatro, indole famigliare.
Decise di trascorrere la vecchiaia a Lugano: morì a Brusimpiano, località italiana, sul lago di Lugano, all’età di 95 anni. Era il 15 settembre 2020. Nel 1996 l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfato la nominò “Grande Ufficiale”.
FABIO BUFFA
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