Un uomo di spettacolo a tuttotondo, capace di lavorare davanti e dietro le telecamere con ironia e maestria, umiltà e grande sicurezza nei propri mezzi.
MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia
# Un uomo di spettacolo a tuttotondo
Gli spessi occhiali da vista neri, i baffi ed il cappello: questo è il brand di Marcello Marchesi, uomo di spettacolo a tuttotondo, capace di lavorare davanti e dietro le telecamere con ironia e maestria, umiltà e grande sicurezza nei propri mezzi.
E’ difficile dire se Marchesi fosse più regista o sceneggiatore, più paroliere o cantante. Oppure attore. Era capace di ricoprire tutti questi ruoli con una bravura estrema e con quella sua immagine sospesa tra passato e futuro, un po’ vecchio trombone e un po’ coraggioso innovatore.
Era nato a Milano il 4 aprile 1912, in una famiglia numerosa, con sei fratelli. Dopo una parentesi a Roma, torna sotto la Madonnina per intraprendere gli studi in Giurisprudenza. Entra nella redazione de “Il Bertolo”, rivista di satira milanese, passò poi al “Marc’Aurelio”, e ad “Omnibus”, scrivendo tra il serio e il faceto.
# Autore di programmi radio e del primo film comico italiano
Tra il 1937 e il 1939 è autore di programmi radiofonici per L’Eiar. Poi riprese una passione che cullava in epoche giovanili, quella dello scrivere opere per il teatro di rivista, guidando mostri sacri del settore, come Tognazzi, Bramieri, Sordi e Wanda Osiris. E’ autore del primo film comico italiano, “Imputato alzatevi”, del ’39: a dire il vero compare tra i non accreditati, ma è in buona compagnia, visto che per questa pellicola collabora con Fellini, Steno e Guareschi. In questo film entra in contatto con Erminio Macario (Cipriano Duval), instaurando un’amicizia che durò a lungo.
Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato al fronte, va in Africa e, nella battaglia di El Alamein, viene ferito gravemente. Finisce la guerra e si trasferisce a Roma. Si sposa nel 1948, con la milanese Olga Barberis, che lo convince a tornare nella nostra città, andando ad abitare in via Mascagni.
# La carriera in Rai
Quando nasce la Rai lui è tra i primi ad essere ingaggiato per la realizzazione di spettacoli di varietà. Marchesi è un ciclone di idee, sforna spettacoli e battute con una frequenza impressionante e scrive canzoni, una su tutte “Bellezza in bicicletta”.
Tra le trasmissioni che realizza troviamo “il signore di mezza età”, con lui stesso protagonista, “Ti conosco mascherina”, “Quelli della domenica”, “Bambole non c’è una lira” e due “Canzonissima”, quella del 1968 e quella del 1972.
# Ideatore di tantissime battute e aforsimi, molte entrate nel mondo della pubblicità
Poi è l’ideatore di tantissime battute e aforsimi, molte delle quali sono entrate nel mondo della pubblicità: “con quella bocca può dire ciò che vuole” (dentifricio Chlorodont), “non è vero che tutto fa brodo” (il buon brodo Lombardi) e “basta la parola” (pastiglie Falqui).
Era un uomo che sapeva parlare del passato e del presente in modo ironico e critico, senza stereotipi, denotando una libertà intellettuale unica: “la mia vita è stata ossessionata dalla belle èpoque. Mia madre, mia nonna … tutti idealizzavano quel periodo. Ma, se ci pensate, allora (per esempio) non c’erano i termosifoni. Si dice che era l’epoca delle carrozze, ma su mille persone che andavano a piedi, uno solo si poteva permettere la carrozza; oggi su mille che vanno in auto, uno solo va a piedi…e viene pure messo sotto da un’auto“.
# Scopritore di talenti
Poi Marchesi scopre talenti: Sandra Mondaini, Paolo Villaggio, Gino Bramieri e Walter Chiari, solo per fare alcuni nomi. Verso al fine degli anni sessanta si separa dalla moglie e si unisce ad Enrica Sisti, che gli donerà il figlio Massimo, nel 1976. Intanto si tarsferisce a Roma: il 19 luglio del 1978 morirà in un incidente in mare, mentre si trova a nuotare in Sardegna.
Girerà sette film come regista e quarantatre come sceneggiatore. Ha scritto una trentina di canzoni, inciso tre 45 giri, ideato una ventina di varierà radiofonici e quattro opere teatrali, scrivendo infine una quindicina di libri.
FABIO BUFFA
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