Panzeri iniziò come cantante, esibendosi in un gruppo che dava spettacolo nei locali milanesi, poi passò alla composizione di musiche e parole delle canzoni per alcuni dei più famosi interpreti della sua epoca.
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Mario Panzeri, il paroliere e compositore milanese del prima canzone vincitrice a Sanremo
# I brani “discussi” nell’epoca del fascismo: “Pippo non lo sa” e “Maramao perchè sei morto”

L’iconica canzone “Pippo non lo sa” per i più è un brano leggero leggero, che andava di moda poco meno di un secolo fa, quando il sottofondo delle melodie era lo scricchiolio dell’attrito tra la puntina e il disco. Era un mondo in bianco e nero, e “Pippo” sembrerebbe una canzone innocua, banale, che narra di questo signore, un po’ scemotto, che, convinto di essere bello e aitante, cammina impettito e soddisfatto, mentre la gente ride di lui. Invece nell’epoca del fascismo divenne una canzone “pericolosa”, in quanto il regime, che aveva la coda di paglia, sosteneva che il Pippo generato dagli autori, fosse il segretario del partito fascista Achille Starace, che amava passeggiare impetttito in divisa.
Era il 1940 e, l’anno prima, un’altra canzone diventò iconica, attirando però le ire del Duce: parliamo di “Maramao perchè sei morto”. Fu composta in un momento troppo vicino alla morte del gerarca fascista Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, per non insospettire il regime. Tanto che sul monumento eretto in fretta per il defunto, alcuni studenti scrissero “Maramao perchè sei morto”.
A far sclerare la censura musicale di allora, fu poi quel, “Il tamburo della banda D’Affori”, nel 1943, con quel malizioso “è il tamburo principal della banda d’Affori, che comanda 550 pifferi”, questa canzone venne messa al bando perchè il testo ricordava troppo le allusioni alla composizione della Camera dei fasci.
Dietro a questi tre brani c’è la mano (e la penna) di Mario Panzeri, paroliere e compositore nato a Milano l’11 ottobre 1911. A dire il vero c’era anche il prezioso contributo di Giuseppe Gaetano Rastelli, in arte Nino, autore pure lui di canzoni di grande successo e milanese, classe 1913.
# La vittoria alla prima edizione del Festival di Sanremo con “Grazie dei fior” cantato da Nilla Pizzi

Panzeri attraversò un’infanzia difficile, per la perdita dei genitori ancora bambino e venne cresciuto dalla famiglia di uno zio, che gli diede un’educazione all’insegna della cura di ciò che piace. In particolare nell’ambito artistico. Panzeri iniziò come cantante, esibendosi in un gruppo che dava spettacolo nei locali milanesi, poi passò alla composizione di musiche e parole delle canzoni che faceva cantare da altri.
Dei brani indigesti al regime fascista abbiamo già parlato. Nel ventennio Panzeri scrisse anche canzoni che ancora oggi rimangono nella memoria di molti: “Birimbo Birambo” e “Fiorellin del prato” su tutte. Nel 1951 il brano “Grazie dei fior”, proprio di Panzeri e mandato al successo da Nilla Pizzi, vince la prima edizione del Festival di Sanremo.
Il compositore milanese sforna poi successi che rimangono nella storia della musica: “Papaveri e papere”, “Aveva un bavero”, “Casetta in Canada”, “Come prima”, avviando l’era degli “urlatori” e “Lettera a Pinocchio”.
# Le canzoni si successo scritte per Caterina Caselli, Gigliola Cinquetti e Orietta Berti

Arrivano gli anni sessanta e il mondo si fa sempre più “Beat”, arriva quella che gli esperti definiscono la “British invasion” e Panzeri non si fa cogliere impreparato, riponendo nel cassetto gli abiti “polverosi” delle melodie degli anni quaranta, colmi di swing, per vestire quelli della generazione che preparerà il Sessantotto. Così è l’autore di “Nessuno mi può giudicare” e “L’uomo d’oro”, entrambi della Caselli, poi “La tramontanta”, di Antoine, e “La pioggia” della Cinquetti.
Poi, come dimenticare “Fin che la barca va” e “Io tu e le rose” interpretate da Orietta Berti. Anche il successo di Gianni Nazzaro, “Quanto è bella lei”, è stata scritta da Mario Panzeri.
La sua carriera di compositore durò dal 1937 al 1982, 45 anni in cui ha contribuito a sfornare brani iconici.
Morì a Milano il 19 maggio 1991.
FABIO BUFFA
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