«MILANO è, al momento, l’unica città d’Italia che ti permette di realizzare quello che DESIDERI». Intervista a GIARRATANA, “l’uomo senza tonno”

Un po' scièf, un po' fudbloggah

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Marco Giarratana

«Milano è, al momento, l’unica città d’Italia che ti permette di realizzare quello che desideri, soprattutto se si tratta di qualcosa un po’ fuori dagli schemi, dalla regolarità a cui siamo ancora molto abituati quando parliamo di lavoro. C’è, però, da dirlo: non è una città da trattare come “bacchetta magica”. È pronta a darti se tu sei disposto a fare determinati sacrifici».

«MILANO è, al momento, l’unica città d’Italia che ti permette di realizzare quello che DESIDERI». Intervista a GIARRATANA, “l’uomo senza tonno”

# Un po’ scièf, un po’ fudbloggah

Marco Giarratana

Marco Giarratana è chef, musicista, scrittore, comunicatore. Su Milano, però, è conosciuto come “l’uomo senza tonno”, un nome con il quale «ormai mi ci chiama anche mia madre».

Per la precisione, nel capoluogo lombardo Marco è uno chef a domicilio. Anzi: uno scièf, come è solito definirsi: «Mi piace giocare con le parole e, soprattutto – spiega –, rendere meno seri i concetti generali proprio partendo dai loro termini». A essere ancor più precisi, però, lui non si ritiene uno scièf. Così come non si ritiene un fudbloggah (trasposizione di food blogger), né un musicante né uno scrittore. Eppure ha fatto e continua a fare ognuna di queste cose: cucina, conosce la musica, scrive. Il suo obiettivo, oggi è quello di riuscire a uscire dalla nicchia dei Social per poter fare molto altro: radio, televisione, podcast. «Milano riesce ad alimentare quel tipo di creatività che ti permette di evolvere come professionista e come persona».

# Il cibo? È la versione pudica del sesso

Marco Giarratana

Ma come nasce l”Uomo senza Tonno’?  «Scrivevo recensioni per un portale online. Un giorno mi trovai – racconta – a dover scriverne una per la quale inventai la figura di quest’uomo che non riusciva a dormire a causa di una forte dipendenza da sushi. Ecco, mi è venuto in mente il film “L’Uomo senza Sonno” e, unito alla faccenda del sushi, è nato l’Uomo senza Tonno».

Poi, certo, contando che è diventato uno chef, ancora meglio. Uno chef a domicilio, si diceva. Come funziona il servizio è molto semplice: hai degli ospiti a casa ai quali dover preparare una cena. Non hai alcuna voglia di cucinare, ti manca il tempo o, forse, non sei proprio capace: «Ecco – dice Marco – in quel caso io sono il… Tonno giusto». Sì perché Marco arriva, in tenuta da chef ovviamente, tra i fornelli della tua casa e prepara la cena perfetta, con tanto di servizio – ha fatto il cameriere per undici anni -, sulla base della sua cucina creativa vegetariana e di pesce.

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«È molto intimo entrare in casa di una persona, ma lo è ancor di più poter “usare” una parte della sua abitazione e in particolar modo la cucina. È la zona in cui passiamo la maggior parte del tempo e nella quale abbiamo il maggior numero di sensi coinvolti: non per altro il cibo è uno dei piaceri maggiori, per una persona. È la versione pudica del sesso – aggiunge Marco -, la versione di cui la gente non si vergogna a parlare. Ed è una variante dell’amore. Forse proprio per questo cibo e rapporti umani sono strettamente correlati: è attorno a una tavola che si decidono le questioni più importanti, ci fosse anche solo un caffè a dividere i commensali».

# Milano? La piazza migliore d’Italia

Marco Giarratana

Marco arriva a Milano nel 2010, dalla Sicilia: «È una città che mi ha aiutato molto, fin da subito. Innanzitutto ti permette di allargare la tua cerchia di conoscenze come in nessun’altra città e sappiamo bene che le relazioni sono alla base di ogni professione. Il mio lavoro di chef a domicilio, poi, è particolare e avevo bisogno di un territorio aperto a profili professionali nuovi, compresi fin da subito. Quindi, fin ora, per ciò che faccio e per come si è sviluppato il mio percorso, Milano è la piazza migliore. Bisogna però sottolineare – aggiunge – che è una città dai costi molto alti: ti dà tante opportunità ma ti chiede altrettanti sacrifici, credo sia sbagliato farla passare come un luogo che “ti dà” facilmente, senza chiedere nulla in cambio».

Oggi Marco, sui social, è seguito da più di 80mila persone, «ma quando sono arrivato non ero nessuno. Devi essere capace a fuoriuscire, stando dietro a ciò che chiede la società, che tra l’altro è in costante cambiamento. Milano mi ha messo tante volte alla prova, ma ripeto che per ora è l’unica città in cui avrei potuto fare ciò che faccio».

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SABRINA FALANGA

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Sabrina Falanga
Giudico un bar da come prepara il Cosmopolitan, vado in cerca di nuovi torrenti di montagna, leggo magazine di moda, medito e chiacchiero tanto. Milano è il mio centro di gravità permanente. Fornisco opinioni non richieste, sono giornalista, scrittrice ed editore. Classe 1990, mi occupo di scrittura emozionale, libri ed eventi culturali; ho pubblicato due romanzi (“Oltre la superficie delle cose” e “Fare il vivo a galla”) e sono presidente de Il Salotto Letterario di Vercelli.