E così Mina è arrivata a posizionare 85 candeline sulla torta di compleanno. In questi giorni, il 25 marzo, l’ugola più famosa ha raggiunto un traguardo anagrafico di tutto rispetto. Un’entità umana resistente alle intemperie della vita, come lei, non avrà certo ceduto alla tentazione di voltarsi indietro, casomai il compleanno potrebbe essere stata l’occasione per riflettere su un nuovo progetto musicale, magari ancora con un giovane talento emergente.
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Mina, l’anomala “Tigre di Cremona” spegne 85 candeline
# Il ritiro delle scene che l’ha fatta entrare nella leggenda

L’anomala “Tigre di Cremona” (anomala perchè in realtà è nata a Busto Arsizio) chissà quanto inconsapevolmente, ritirandosi dalle scene in modo così improvviso e inaspettato, da quel 23 agosto 1978, ultima sua apparizione, è entrata nella leggenda come una di quelle star che muoiono ancora giovani, nel pieno del successo. Invece Mina, non solo ha continuato ad essere viva e vegeta, ma dal suo esilio volontario svizzero, ha sfornato album e canzoni di successo. Il brano di Luca Barbarossa dedicato al “2000” lo dice bene: “pensavamo che Rivera fosse Dio e che quello di Mina non fosse un addio”…. invece l’addio dal farsi vedere in pubblico c’è stato e nessuno, neppure i più grandi cantanti della storia del pianeta, sono riusciti a convincerla a riapparire, anche solo in versione demo.
# Il rapporto stretto con Milano: entrambi i figli nati alla Mangiagalli

Mina e Milano hanno sempre avuto un rapporto stretto, anche se la cantante bustocca si è sempre sentita (o lo ha voluto far credere) troppo umile e contadina per appiccicarsi un’identità milanese. Ma a Milano ha scelto di farci nascere i due figli: Massimiliano Pani e Benedetta Crocco (in arte Mazzini, come la mamma), entrambi nati nella clinica Mangiagalli ed entrambi legati a doppio filo con la città meneghina.
Ma torniamo a Mina e Milano: giovanissima chiese al padre di voler suonare, lui, preso da un eccesso di generosità, le compra alcuni strumenti, convinto che la figlia si voglia destreggiare in casa. Invece, mette subito in piedi un complessino e con i suoi amici musicisti viene ad esibirsi alla Sei Giorni.
Nella nostra città Mina aveva il proprio parrucchiere di fiducia, “il Nino”, che nel 1961, quando pertecipò al Festival con “Le Mille bolle blu”, la raggiunse a Sanremo per tenere a bada la capigliatura.
# Lo storico duetto con Battisti a “Teatro 10” in Rai
E poi che dire dei “Cinque amici da Milano”, che proprio milanesi non erano, ma che sin da giovanissimi avevano scelto il capoluogo lombardo per fare musica: Gianni Dall’Aglio (batteria), Massimo Luca (chitarra acustica), Angelo Salvador (basso), Eugenio Guarraia (chitarra elettrica) e Gabriele Lorenzi (tastiere), il 22 aprile 1972 partirono in treno da Milano Centrale, dormendo in cuccetta, per raggiungere Roma, dove il 23, avrebbero accompagnato musicalmente Mina nel celeberrimo incontro con Lucio Battisti, nella trasmissione della Rai “Teatro 10”. Gli “amici” giunti dall’ombra della Madonnina, furono i co-protagonisti di quegli 8 minuti di medley dei due mostri sacri della canzone, diventando testimoni di una delle più belle pagine della musica italiana.
# La relazione con Alfredo Cerruti
Il gossip degli anni settanta parlò anche della relazione tra Mina e Alfredo Cerruti, il produttore, autore e cantante, nonché “padre” degli Squallor: i due furono anche rappresentati dalla matita di Walter Molino nelle mitiche prime pagine di Grand Hotel. Mina arrivava da storie sentimentali complicate e non voleva tornare sotto i riflettori dei pettegolezzi. Così, assieme a Cerruti, affittò un piccolo alloggio in via Poerio, a Milano, per potersi godere in santa pace i (pochi) momenti liberi.
Mina e Milano hanno poi avuto altri momenti di incontro, legati alla carriera della cantante, e c’è chi ha la convinzione che Mina, con un abbigliamento depistante, venga a Milano in diverse occasioni.
FABIO BUFFA
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