Un programma che ha fatto la storia della televisione italiana, trasmesso dagli studi milanesi del Teatro Fiera 2, che fece conoscere Pippo Baudo al grande pubblico. Un mix tra un quiz televisivo e i moderni talent show che fece scoprire alcuni dei futuri divi della musica.
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Settevoci, il programma musicale realizzato a Milano padre di tutti i talent show
# Il debutto di un programma che ha fatto la storia della tv
Nel contesto televisivo italiano, Milano ha sempre avuto un ruolo di fondamentale importanza, qualcuno dice addirittura dominante rispetto agli altri centri di produzione, ovvero quelli di Roma, Torino e Napoli. Da Milano, il 3 gennaio 1954, partirono le trasmissioni ufficiali della televisione di Stato. E, sempre all’ombra della Madonnina, nel 1966 debuttò una trasmissione TV che ha fatto la storia del piccolo schermo: parliamo di “Settevoci”, il programma musicale da cui partì la popolarità di Pippo Baudo. Infatti a condurlo era proprio il presentatore per eccellenza, il Pippo nazionalpopolare.
“Settevoci doveva durare solo 20′ – disse Baudo a Mixer, intervistato da Giovanni Minoli alla fine degli anni ottanta – avevamo completato una puntata, la facciamo vedere ad un dirigente Rai, che ce la boccia. Poi, una domenica, nell’azienda televisiva non giunse la pellicola del telefilm Rin Tin Tin, che veniva trasmesso al pomeriggio. Così la Rai decise di mandare in onda la puntata di Settevoci già registrata e poi bocciata, utilizzandola come tappabuco”.
Quella trasmissione, in quel prologo, fece 84 di gradimento (rapporto trasformato in percentuale tra la media dei minuti visti dagli spettatori e la durata del programma) e fu la conferma che la domenica pomeriggio il pubblico televisivo richiedeva idee nuove e leggere. Proprio come Settevoci.
A dire il vero, leggendo i giornali di allora, nelle pagine dei programmi televisivi, Settevoci veniva presentato già diversi giorni prima della messa in onda, una notizia che di fatto smentirebbe la versione di Baudo. Ma tant’è…
# Un mix tra un quiz televisivo e i moderni talent show
La trasmissione veniva svolta al Teatro Fiera 2 di Milano, era un gioco televisivo di carattere musicale, creato per un pubblico giovane. Addirittura c’è chi affermò che questa idea televisiva fu il prodromo dei talent canori che siamo abituati a vedere oggi.
Durò dal 1966 al 1970 ed era una via di mezzo tra il quiz televisivo e, appunto, i moderni talent-show. Partecipavano, come concorrenti, sette cantanti per ogni puntata, suddivisi tra “giovani”, “affermati” e “esordienti”. Ai cantanti più famosi venivano abbinati quelli più giovani. Si doveva rispondere a domande legate all’ambito musicale. I concorrenti si esibivano e presentavano singoli e dischi. Attraverso l’”applausometro”, il pubblico designava il campione della settimana.
“Visto il successo della prima puntata ci diedero l’ok per farne altre sei, poi altre sei e così via fino ad arrivare al 1970”, raccontò Pippo Baudo. Settevoci inizialmente veniva trasmesso alle 12.30, per “lanciare” il TG delle 13.30, poi venne spostato nel tardo pomeriggio, con repliche attorno alle 22.00.
# Fece scoprire alcuni dei futuri miti della musica come Giuni Russo, Battiato e Al Bano e i milanesi Dominga e Lionello
Milano fu quindi la testimone di una delle trasmissioni più innovative e giovani di allora, che scoprì personalità della canzone, diventati veri e propri miti: come Giuni Russo, Franco Battiato, Massimo Ranieri, Orietta Berti, Marisa Sannia e Al Bano. Solo per fare alcuni nomi.
Non solo: questa trasmissione diede una nuova impronta alla televisione, abituata a considerare la domenica come un momento “morto” del piccolo schermo, in cui non valeva la pena investire. Invece, l’immediato grade successo di Settevoci, fece intuire ai dirigenti Rai che la domenica era una giornata televisivamente appetibile per attirare i giovani davanti al piccolo schermo. Milano in Settevoci non fu solo la protagonistica logistica, ma vantava una buona rappresentanza tra i cantanti: balzarono alla ribalta diversi interpreti meneghini, tra cui, Domenica Torno, in arte Dominga e Franco Lionello.
FABIO BUFFA
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