“Tutti gli attori devono essere un po’ cialtroni, io lo sono stata, poi con il passare degli anni non lo sono più”. Con questa frase, citata nel 1995, Valentina Cortese aveva dato una definizione del come, chi recita sul palco di un teatro o davanti ad una cinepresa, deve comportarsi per poter sopravvivere nel complicato ed affascinante mondo dello spettacolo.
VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood
# A Hollywood con Spencer Tracy, James Stewart e Orson Welles
Nata a Milano il 1° gennaio 1923, a Porta Nuova, la sua non è un’infanzia felice: viene cresciuta da parenti, in quanto i genitori non riuscivano a darle le necessarie attenzioni. Vive i periodi della fanciullezza in provincia di Cremona: sale su un palco per la prima volta a tre anni per interpretare un angelo vestito di azzurro e d’argento, con le ali bianche. Dotata di una luminosa bellezza, a 17 anni debutta al cinema nel film “L’orizzonte dipinto” di Guido Salvini, a 19 anni ha un ruolo importante nella pellicola di genere epico-drammatico “La cena delle beffe” di Alesandro Blasetti, su soggetto di Sem Benelli. La bellezza di Valentina Cortese toglie il fiato, ma soprattutto evidenzia una personalità ed un carisma unici, così per lei inizia una carriera che, dopo altri quattro film girati in Italia, sbarca ad Hollywood: firma un contratto con la 20th Century Fox, e lavora al fianco di Spencer Tracy, James Stewart, Orson Welles e una ancora sconosciuta Andrey Hepburn.
# C’è chi dice no a Charlie Chaplin
La carriera di Valentina Cortese non conosce limiti, è diretta da Joseph Mankiewicz accanto ad Ava Gardner, Rossano Brazzi ed Humphrey Bogart nel film “La contessa scalza”, mentre Charlie Chaplin nel 1951 la vuole per “Luci della ribalta”, ma Valentina ha appena partorito il figlio Jackie avuto con l’attore statunitense Richard Basehart, e deve dire “no” alla prestigiosa opportunità.
Torna a lavorare dopo la separazione con il marito: nel 1961 è protagonista di “Barabba”, accanto a Anthony Quinn, Silvana Mangano e Vittorio Gassman, mentre nel 1965 la vuole Federico Fellini per “Giulietta degli spiriti”. Poi è la volta del teatro, guidata da Giorgio Strehler, dove troviamo una Valentina Cortese capace di esprimere tutta la propria generosità scenica nel recitare davanti ad un pubblico, in un’intimo feedback tra lei e gli spettatori che fa risaltare ancor di più la sua classe. È guidata dalle regie di Visconti, Antonioni, Zeffirelli e Truffaut e instaurerà buoni rapporti di amicizia con Vittorio de Sica, Gregory Peck e Grace Kelly.
# Una grande stella milanese: ha recitato in circa 90 film al cinema e in 20 opere teatrali
“Se dovessi rinascere farei ancora l’attrice“, confidò in un’intervista degli anni Ottanta, periodo in cui si prende una pausa dal teatro e dal cinema impegnati per passare alla commedia italiana tipica di quei periodi, recitando in “Via Montenapoleone” dei fratelli Vanzina, dimostrandosi felice di aver trovato in questo prodotto cinematografico il modo di poter fare qualcosa di leggero, effimero e, proprio per questo, stimolante. “Mi sono divertita a lavorare in via Montenapoleone, è stato un piacere farmi guidare da Carlo ed Enrico Vanzina, a cui sono legata per l’amizia che ho con i loro genitori”.
Ha recitato in circa 90 film per il Cinema, 18 per la Televisione e in una ventina di opere teatrali, facendosi dirigere dai più grandi registi di tutti i tempi. Valentina Cortese è morta a Milano il 10 luglio 2019, lasciando un grande vuoto nel mondo della recitazione, ma regalandoci un’eredità di lavori che rappresentano una vera e propria opera d’arte da difendere e da rivedere.
FABIO BUFFA
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