Da palazzetto a condominio: il nuovo futuro del Palasharp?

L'obiettivo è sfruttare l'area per costruire nuove abitazioni a prezzi accessibili, riducendo l'emergenza abitativa. Ecco il piano del comune

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Credits lombardiapost.it - Palasharp dall'alto

Dopo aver individuato nella vendita di San Siro una possibile fonte di risorse per realizzare uno degli obiettivi del Piano Casa, più case per giovani e studenti, il Sindaco Sala avrebbe individuato l’area della tensostruttura in disuso da anni per costruire nuove case a prezzi accessibili. L’ex Palasharp, dopo che ha perso l’occasione di essere riqualificata per le Olimpiadi Invernali 2026, potrebbe quindi rinascere una volta per tutte. Si farà qualcosa anche per il vicino terminal dei bus?

Da palazzetto a condominio: il nuovo futuro del Palasharp?

# Da Sinatra all’Olimpia, fino al triste epilogo

Palasharp

Un luogo diventato di culto a causa dell’eccezionale nevicata del 1985, definita la nevicata del secolo con 90 cm di neve depositata sulle strade (anche se nel ‘900 se ne registrano di peggiori ndr), che fece crollare il tetto per del Palasport di San Siro. Per ospitare tutti gli eventi previsti al suo interno si rese necessaria la costruzione di una nuova struttura. La famiglia Togni allestì così in pochi mesi nel 1986 una tensostruttura in zona Lampugnano da tutti ora conosciuta come PalaSharp, una delle diverse denominazione che si sono succedete in base allo sponsor del momento. Dopo il primo spettacolo, tenuto da Frank Sinatra, vi suonarono U2, Paul McCartney, Pavarotti, Sting, Vasco Rossi, Morricone, ci giocò l’Olimpia prima del trasferimento al Forum di Assago e ci fu persino il Wrestling, di moda durante gli anni ’90. Costruita in pratica di abuso edilizio, è stata a lungo a rischio di demolizione. Nel 2011 lo sfratto del gestore da parte del Comune di Milano e il successivo abbandono e degrado.

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# Persa l’occasione per diventare arena dell’hockey potrebbe lasciare spazio a case popolari

coordinamentotutelaparcoovest IG – Palasharp

Nel corso degli ultimi 13 anni sono state fatte alcune ipotesi sul destino dell’area di via Antonio Sant’Elia 33. Tra queste la costruzione di una moschea, ma nonostante un bando vinto dalle Associazioni islamiche milanesi non se ne fece nulla, e in ultimo quella della Milano Hockey Arena per ospitare le gare di hockey femminili durante le Olimpiadi Invernali 2026. Un’occasione persa a causa di richieste di modifiche del Cio sul progetto, contenziosi tra proponenti e Comune di Milano e una serie di ricorsi al Tar, persino dal vicino istituto delle Suore della Riparazione. Per questo motivo il 3 ottobre la struttura è stata trasferita dalla direzione Sport alla direzione Demanio e Patrimonio, con l’obiettivo di fare cassa o sfruttare l’area per raggiungere uno degli obiettivi del Piano Casa: mettere a disposizione più case per giovani e studenti.

Maps – Area Palasharp

Queste la parole di Sala durante la cerimonia per il 164° anniversario della fondazione della Polizia Locale: «Al momento l’ex Palasharp è affidato all’assessore alla Casa, Guido Bardelli. Stiamo cercando di individuare spazi per elaborare il nostro Piano Casa. Una delle aree potrebbe essere quella dove si trova l’ex palazzetto, visto che è ben servita (ci sono tre fermate di metropolitana rossa a poca distanza ndr). Se Bardelli ci dirà che si possono realizzare case lì, potrà essere una buona soluzione».

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# 250 milioni per il piano Casa

Credits Andrea Cherchi – Case a ringhiera Ortica

Il Comune di Milano avrebbe già individuato parte delle risorse da destinare al Piano Casa, si parla di circa 250 milioni di euro: 200 dalla vendita dello Stadio Meazza e dell’aree circostanti, il resto dalla vendita delle quote dei Fondi immobiliari del Comune di Milano. Tornado all’area dell’ex Palasharp, la possibilità di costruire al suo posto abitazioni a prezzi accessibili potrebbe mettere la fine ad anni di inconcludenza da parte della politica, restituendo la giusta dignità a questa zona della città e contribuendo a ridurre l’emergenza abitativa.

# Un volano per far rinascere anche il terminal bus di Lampugnano?

Lampugnano
Lampugnano

Potrebbe inoltre essere da volano per la rinascita di un’altra struttura funzionante ma allo stesso tempo oggetto di degrado e incuria: il terminal bus di Lampugnano. Un vero scempio, ancora di più se raffrontato alle stazioni di bus internazionali nel resto d’Europa.

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.