Torna a Milano una delle sedi storiche della RAI. Tornerà il messaggio che le annunciatrici declamavano, con orgoglio: «va ora in onda, dagli studi della Fiera di Milano». Tutti d’accordo? Per niente. Da Roma si alza la voce di tutti i principali candidati sindaco contro la “Saxa Rubra del Nord”.
A MILANO la “Saxa Rubra del Nord”. Ma i candidati sindaco di ROMA dicono NO
Il CDA della RAI, ha approvato lo studio di fattibilità per la creazione di un maxi centro di produzione TV di proprietà, a Milano. La zona scelta è l’area del Portello, ex Fiera di Milano, luogo presso cui la RAI già possedeva dei gloriosi studi dai quali sono andati in onda programmi che hanno fatto la storia della TV pubblica italiana.
# L’ok alla realizzazione della nuova sede
Scade infatti nel 2025 il contratto di affitto che concede alla RAI l’uso degli studi che si trovano in Via Mecenate e, dopo una discussione che è sembrata eterna, è arrivato finalmente l’ok alla realizzazione della nuova sede. Il piano prevede anche un ridimensionamento dell’attuale sede di Corso Sempione. Soprattutto appare un riavvicinamento tra la sede e il centro di produzione, che logisticamente renderà più efficiente la macchina RAI a Milano
# L’esultanza delle Istituzioni milanesi
Per i lettori più giovani di Milano Città Stato, questo annuncio potrà sembrare un fatto normale, come in effetti lo è. La RAI ha oltre 20 sedi regionali, eppure senza una ragione plausibile, la produzione TV è stata centralizzata tutta a Roma, a Saxa Rubra, dimenticando completamente ogni creatività o esigenza territoriale.
Per chi invece ha conosciuto gli anni d’oro della RAI, che ha vissuto il grande contributo dato alla qualità dei programmi RAI dalle sedi periferiche – soprattutto Milano, Torino e Napoli – questa è una buona notizia.
Beppe Sala e Attilio Fontana, nei giorni appena passati, hanno commentato la notizia con grande entusiasmo. «Ora tutti al lavoro per realizzare il progetto» ha esclamato Sala. «La Lombardia e Milano, punti di riferimento nazionali dell’informazione e della comunicazione, meritano questo riconoscimento, atteso da troppo tempo» ha commentato Fontana.
Milano è la città dove è nata e cresciuta l’industria della carta stampata, quella dove il giornalismo era al servizio della comunità, non solo del capoluogo lombardo. L’annuncio del CDA della RAI è una notizia dal sapore moderno, che trasversalmente dovrebbe accontentare tutta la comunità, indipendentemente dall’appartenenza politica, della campagna elettorale imminente, o della voglia di rivalsa dopo un periodo difficile. Va accolta bene, affrontata con i migliori auspici e con la voglia di far bene
# I candidati sindaco di Roma, divisi su tutto, uniti solo su una cosa: far la guerra a Milano
Tutti e tre i candidati sindaci della capitale, Raggi, Gualtieri e Calenda, si sono espressi in termini tipicamente “romanocentrici”. La loro avversità si esprime infatti contro una “Saxa Rubra del Nord”, temendo che una decentralizzazione verso Milano possa snaturare la “centralità” di Roma per la TV di stato.
Impossibile non notare il ricorso allo squallido linguaggio secolare, ai limiti della legalità, che viene usato per mettere in chiaro fin da subito, quali sono le priorità di questo paese: il ricorso al “campanilismo” per dividere le posizioni e utilizzare la centralità di Roma come un vantaggio.
# Morelli: è il PD a soffiare sul fuoco
Alessandro Morelli, vice ministro alle Infrastrutture del governo Draghi, accusa il PD romano di essere «mandante del ritardo su trasferimento della sede regionale RAI da Via Mecenate al Portello», accusando direttamente Roberto Gualtieri ex ministro dell’Economia ed oggi candidato sindaco a Roma. Morelli continua dicendo che «I dem e il loro candidato non si accorgono che lo spostamento della sede rappresenta un ingente risparmio per i conti RAI, con la nuova sede la RAI in Lombardia può puntare ai canali in lingua inglese e al corretto sviluppo delle piattaforme web».
Filippo Barberis, capogruppo PD a Milano, prova a smorzare le polemiche, assicurando che «non vi sarà alcuno scippo, chiediamo solo che si dia seguito a quanto discusso e deliberato in CDA»
# Milano occasione di rilancio per una TV di Stato troppo provinciale
I lavoratori RAI, che avrebbero potuto esporsi con un comunicato ufficiale, sono rimasti in silenzio, ancora non si sono espressi. Si espone per loro la politica, quella in corsa per la città.
Alla RAI tutta, ai suoi dirigenti e lavoratori, chiediamo un atto coraggioso: prendere atto che la “centralità” di Saxa Rubra ha determinato il progressivo deterioramento della qualità offerta dalla TV di stato e che, aprendo più sedi regionali e dando loro opportunità di budget e idee, porterà giovamento all’azienda, perché la concorrenza tra roma e Milano è destinata a far migliorare prodotti, persone e anche gli stessi spettatori.
Se non ne sono convinti, li invitiamo ad aprire le cineteche e a controllare i dati dello share quando in Italia andavano in onda programmi prodotti in tutta Italia. Non è una semplice operazione nostalgia: la TV pubblica, in quanto tale, ha il dovere di stimolare la ripresa del paese. E per farlo, deve aprire alla decentalizzazione, spingerla, farne una tendenza vincente.
Ed è come annunciato da Alessandro Morelli: questa decisione del CDA RAI, deve essere il trampolino della TV pubblica per aumentare la sua internazionalità, per sfruttare la capacità milanese di afferrare le nuove tendenze, intercettarle e dare finalmente sfogo all’uso delle nuove tecnologie, per un futuro miglio dell’azienda RAI e delle altre 20 sedi regionali.
Continua la lettura con: La televisione italiana è nata a Milano
LAURA LIONTI
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