Internet delle cose ed una tecnologia che da anni è in fase di sviluppo, per aumentare la sicurezza delle strade, fa ora un progresso grazie agli sforzi di un produttore americano di auto. Vediamo i dettagli
I nuovi SEMAFORI INTELLIGENTI: Milano città pilota?
# Semafori e veicoli che dialogano tra loro
C’è una parte di tecnologia che da qualche anno ha smesso di fare parte del cosiddetto futuro, passando di diritto nella realtà. Succede ad esempio con l’immagine di un ambiente urbano connesso, via internet, a tutto l’eco-sistema che lo abita.
Siano essi pedoni, o veicoli, nelle città tutto sarà interconnesso. È ciò che cerca di anticipare il progetto della Connected Traffic Light Technology o CTLT, una sperimentazione voluta da Ford e che sfrutta la connessione dei veicoli con le infrastrutture.
Tutta la comunicazione converge per inviare informazioni ai semafori, che saranno così in grado di cambiare i tempi di percorrenza del traffico e privilegiare un veicolo. Ad esempio per far scattare il verde per i mezzi di soccorso.
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# Cosa ispira un semaforo intelligente
Il motivo principale per cui è nato il progetto CTLT è proprio questo: evitare che un qualunque mezzo di soccorso, perda istanti preziosi imbottigliato nel traffico.
Ogni cellula di un ipotetico eco sistema urbano, sarà quindi in grado di fornire la propria posizione, permettendo a sofisticati software di elaborare le condizioni in tempo reale e, ad esempio, far scattare il verde se un’ambulanza o un’autopompa dei vigili del fuoco, si dovessero trovare a percorrere una traiettoria trafficata nell’ora di punta.
Connected Traffic Light Technology è in fase avanzata di test ad Aachen, in Germania. Rivela qualche particolare Martin Sommer, research Engineer Automated Driving Europe di Ford, che spiega anche l’ispirazione del progetto: «L’ultima cosa che si vuole, è che i soccorritori rimangano bloccati tra gli altri veicoli in attesa al semaforo».
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# I dettagli del test
Per questo innovativo esperimento sono in campo 11 semafori, dislocati in due diversi modi ad Aachen: 8 consecutivi su una strada cittadina e 3, sempre consecutivi, appena fuori città.
La comunicazione tra veicolo e semaforo è garantita dalla tecnologia C-V2X, Cellular Veichle-to-everything. La piattaforma collega il veicolo test, in questo caso una Kuga Plug-in ibrida, con l’infrastruttura e gli altri utenti.
L’impianto semaforico è stato quindi messo alla prova, simulando un’emergenza, cambiando i tempi standard di luci verdi e rosse, indicando al semaforo di far scattare il verde per il passaggio del veicolo test.
Una volta passata la Kuga, dotata della tecnologia Adaptive Cruise Control di Ford, il semaforo ha ricevuto l’input di tornare alla sequenza standard, non prima di aver registrato i tempi di percorrenza del veicolo di soccorso.
# Big Data e risvolti sul traffico “civile”
Questa mole di dati raccolta, sarà in grado di perfezionare anche le dinamiche cittadine e messa a disposizione per migliorare la routine.
Il veicolo test, infatti, non ha solo simulato il passaggio di un veicolo di soccorso, ma ha anche interpretato il ruolo del semplice user urbano.
Nelle prove di uso quotidiano, il veicolo ha ricevuto dal semaforo, con largo anticipo, i tempi di percorrenza per l’incrocio e la tempistica di attesa per il semaforo verde. La tecnologia adaptive è stata in grado di suggerire un rallentamento da 50 Km/h a 30 Km/h, cronometrare l’avvicinamento e giungere al transito dell’incrocio con luce verde.
Si tratta di un’opportunità per ridurre, ad esempio, le frenate brusche, ma anche il consumo di tempo e risorse in fermata al semaforo, con tutto vantaggio per gli automobilisti e le emissioni del veicolo.
# Perché dovrebbe essere Milano la città pilota
Milano è una città che su certi tratti, a determinate ore del giorno, è congestionata dal traffico veicolare. È la settima città al mondo per traffico, ma anche una città dove la tecnologia è continuamente implementata.
La connessione mobilità/tecnologia potrebbe essere concentrata lungo Melchiorre Gioia, molto frequentata in qualunque ora, oppure in una stretta via del centro, tipo Via Manzoni (da e verso Piazza della Scala).
Un test di questo tipo verrebbe accolto con entusiasmo e curiosità da parte dei milanesi?
Non resta che chiedere ai creatori e gestori di queste tecnologie, di portare a Milano queste tecnologie
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LAURA LIONTI
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