Ha inaugurato solo qualche mese fa la tratta centrale dell’Elizabeth Line, il mega passante di Londra, che quando sarà completamente operativa rivoluzionerà il trasporto di tutta l’area metropolitana della capitale britannica. Il passante milanese, pur nella sua utilità, rimane ancora un’opera incompiuta. Ecco come potrebbe diventare un vero servizio metropolitano.
Il PASSANTE MILANESE, sognando Londra
# L’Elizabeth Line taglia il centro di Londra e collegherà le periferie dell’area metropolitana
L’Elizabeth line, chiamata così in onore della della Regina Elisabetta scomparsa qualche giorno fa ma presente alla sua inaugurazione, è una linea ferroviaria rapida della lunghezza di 136 chilometri che collega Londra e le contee di Berkshire, Buckinghamshire e dell’Essex. Il primo tratto di linea, di circa 20 km, è stato aperto nel mese di maggio 2022. Ogni estremità della tratta centrale si dividerà in due rami: ad est per Abbey Wood e per Shenfield nell’Essex, mentre a ovest per l’aeroporto di Heathrow e per Reading nel Berkshire.
# Trasporterà oltre 200 milioni di passeggeri
La funzione è quella di passante con il tracciato che transita per il centro della capitale inglese, intercettando tutte le principali linee di trasporto cittadino e con un passaggio di 24 convogli ogni ora, e raggiungerà le aree esterne all’area metropolitana in tempi molto rapidi. Si stima che circa 200 milioni di passeggeri viaggeranno su treni lunghi 205 metri quando l’intera linea sarà operativa entro maggio 2023.
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# Quello che manca al passante milanese per diventare un vero servizio metropolitano
Il passante milanese inaugurato nel 2008, taglia la città da sud-est (Rogoredo FS-M3) a nord-ovest (Milano-Certosa), è lungo 13 km. Nella tratta centrale Porta Vittoria-Lancetti ha una frequenza di 5 minuti grazie al passaggio di 6 linee differenti.
Rimane quindi, di fatto, all’interno dei confini comunali ed insiste in un solo macro-quadrante della città, essendo stato stralciato al momento l’ipotesi di un secondo passante che copra i quadranti nord-est, sud e ovest.
Per trasformare il passante milanese in un’opera capace di rivoluzionare la mobilità di Milano e dell’area metropolitana il tracciato dovrebbe spingersi almeno nelle prime due fasce di comuni dell’hinterland e la frequenza dovrebbe essere simile a quella delle linee metropolitane nelle ore di punta. A questo si aggiunge la necessità di progettare altri due passanti trasversali e, dove possibile, raddoppiare i binari esistenti in prossimità della città per dedicarne una coppia, uno in entrata e uno in uscita, ai treni suburbani che viaggiano nel passante.
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FABIO MARCOMIN
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