Dopo la selezione dei progetti vincitori per la prima edizione di “Reinventing Cities”, per alcuni dei quali sono già partiti i lavori, anche la seconda edizione sta procedendo con l’obbiettivo di restituire queste nuove aree messe a bando, degradate o senza identità, entro il 2030. A che punto siamo?
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LA SFIDA di 21 architetti per ridisegnare MILANO
Articolo originale: Andrea Senesi per “Il Corriere” – Da Loreto a Lambrate, sei «isole» da reinventare: sfida fra 21 architetti sui buchi neri di Milano
# Scelti i 21 architetti finalisti per cambiare il volto di 6 zone della città
È arrivata ieri, 27 luglio 2020, la prima scrematura dei progetti e studi di architettura chiamati, attraverso il bando internazionale “Reinventing Cities”, a cambiare il volto di aree delle città abbandonante o rimaste dei “non luoghi”. Tra i progetti proposti il «Circle Garden» di Park Associati srl e il progetto dello studio Citterio-Viel & Partners per la rinascita di piazzale Loreto, «Urban Switch» di Risanamento Spa, con la firma della Carlo Ratti Associati, sullo scalo di Lambrate, e il progetto di Coima per le Palazzine Liberty. Società immobiliari e studi di architettura internazionali a caccia di porzioni di città da reinventare. Ventisette i rendering finalisti, sui 61 arrivati negli scorsi mesi negli uffici del municipio, per 43 ettari e sei buchi di territorio da disegnare attraverso il concorso Reinventing cities, il bando internazionale promosso da C40 che prevede “l’alienazione di siti dismessi e degradati da destinare a progetti di rigenerazione urbana, nel rispetto del principio di sostenibilità“.
# L’assessore all’Urbanistica Maran: “Per il ridisegno di questi siti passa buona parte dello sviluppo urbanistico di Milano dei prossimi anni”
Per ciascuna area sono stati selezionati i progetti migliori dalle commissioni composte da rappresentanti del Comune e di C40, esperti internazionali di urbanistica e architettura, esperti ambientali locali ed esperti economici, da rappresentanti del Gruppo Ferrovie dello Stato per quanto riguarda il sito di Lambrate e di Ferrovie Nord per il nodo Bovisa. Niente di fatto soltanto per l’area di via Monti Sabini, per cui è arrivata una sola proposta non ritenuta idonea. I team finalisti dovranno ora elaborare la proposta dettagliata compresa di offerta economica. “Da Loreto a Lambrate, per il ridisegno di questi siti passa buona parte dello sviluppo urbanistico di Milano dei prossimi anni, che sarà necessariamente all’insegna della sostenibilità e dell’equità sociale. Ricordiamo che il primo criterio per cui i progetti sono stati selezionati riguarda proprio la capacità di individuare soluzioni resilienti e attente all’ambiente“, dice l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran.
# Le aree degradate o senza identità che saranno trasformate entro il 2030
Piazzale Loreto è il sito più delicato, il buco nero urbanistico a soli tre chilometri da piazza Duomo. Nel bando si prevede “la vendita dell’edificio comunale di via Porpora e la cessione in diritto di superficie degli spazi pubblici da valorizzare, comprese alcune parti dei mezzanini della metropolitana. L’eventuale riassetto dell’area potrà consentire l’edificazione di limitate aree in superficie oggi destinate a viabilità“. “Vogliamo che il progetto porti in centro via Padova e viale Monza e che accompagni la crescita della parte finale commerciale di corso Buenos Aires», aveva spiegato lo stesso Maran. L’area più grande, di circa 165 mila metri quadrati, è invece quella dell’ex Macello dove l’obiettivo è di rigenerare “un ambito degradato massimizzando la qualità urbana, il mix sociale e funzionale in armonia col contesto“. E poi case a prezzi accessibili e popolari sull’ex scalo di Lambrate e nel parcheggio di Crescenzago.
Destinato invece a far discutere il futuro delle sei palazzine liberty di viale Molise, le vecchie portinerie dell’ex macello pubblico, una delle quali occupata da anni dal collettivo di Macao. Affidare quest’area ai bandi di Reinventing cities era sembrato al centrodestra di Palazzo Marino un assist agli occupanti. Un regalo, in sintesi, a quelli di Macao che avrebbero potuto concorrere all’assegnazione del diritto di superficie degli immobili con un progetto culturale-artistico. Loro, invece, i ragazzi del collettivo, non parteciperanno direttamente alla gara, ma ammettono che con alcuni dei team finalisti “si è gia avviata una positiva interlocuzione“, con l’obiettivo di salvaguardare gli spazi dalla speculazione commerciale e tutelare l’esperienza di politico-culturale di Macao.
I team finalisti dovranno ora elaborare la proposta dettagliata compresa di offerta economica. I vincitori saranno individuati nel primo trimestre del prossimo anno: qui l’elenco completo di finalisti e progetti selezionati.
Articolo originale: Andrea Senesi per “Il Corriere” – Da Loreto a Lambrate, sei «isole» da reinventare: sfida fra 21 architetti sui buchi neri di Milano
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