Per un perfetto tè all’inglese a Roma da 125 anni c’è una sola destinazione la Babington’s Tea Rooms di Piazza di Spagna
BABINGTON’S: dove l’Italia scoprì il té all’inglese
Quasi tutte le strade portano a Roma. Ma tutte, assolutamente tutte le strade di Roma portano a Piazza di Spagna. Alla Scalinata. Alla fontana del Bernini. Dei due Bernini (padre e figlio). E quindi da Babingtons! Così Beniamino Placido, scrittore e giornalista, parlava di questa tea room in perfetto stile inglese che da 125 anni serve tè e delicatezze a clienti ricercati in Piazza di Spagna.
Si chiama Babington’s ed espone in vetrina la foto del Principe Filippo, proprio nel giorno dei suoi funerali, in quanto vero e proprio pezzo d’Inghilterra, anche se nel cuore di Roma.
La storia dell’apertura di questa Tea Room è avvincente e ben raccontata dagli stessi proprietari nel loro sito web ricco anche di prodotti e consigli per amanti della bevanda inglese per eccellenza, il tè.
# Fondato da due signorine inglesi per la comunità anglosassone di Roma
Le cose andarono così. A Roma vennero, nel 1893, due giovani signorine inglesi di buona famiglia: erano Isabel Cargill, figlia del capitano Cargill, fondatore della città di Dunedin in Nuova Zelanda e Anna Maria Babington, discendente di quell’Antony Babington impiccato nel 1586 per aver cospirato contro Elisabetta I. Le due giovani decisero di investire i loro risparmi (100 sterline) aprendo nella capitale una sala da tè e di lettura destinata alla comunità anglosassone.
# Il trasferimento nel “ghetto inglese”
L’impresa comportava notevoli rischi soprattutto perché in Italia non era diffusa l’usanza di bere il tè, venduto all’epoca solo in farmacia ma la sala da tè riscosse un immediato successo sia perché l’Italia era per gli inglesi la meta del Grand Tour, sia perché si inseriva in una Roma che festeggiava il Giubileo e le nozze d’argento dei reali Umberto e Margherita e nella quale affluivano capi di stato ed esponenti dell’aristocrazia e del bel mondo internazionale.
Inizialmente Babingtons venne aperta in Via Due Macelli e dopo un anno dalla sua apertura fu spostata in Piazza di Spagna, nel cosiddetto “ghetto inglese”, all’interno del prestigioso palazzo settecentesco adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti e vicino a quello che oggi è il Keats and Shelley Memorial House.
# La crisi negli anni venti
Quelle che erano le stalle del palazzo, opera anche questa, come la Scalinata, di Francesco De Sanctis, vennero ristrutturate e decorate secondo i gusti del tempo e presto, come pubblicava The Roman Herald, Babingtons Tea Room divenne il punto di incontro dove “le signore e i signori, stanchi dopo la visita o occupati per motivi personali nel centro della città potevano, in un ambiente accogliente e gradevole, ristorarsi con una consolante tazza di tè…”
Lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 segnò una battuta d’arresto al successo della sala da tè che tuttavia restò aperta con grande sacrificio di tutti coloro che vi lavoravano. Mentre l’Europa con la fine della guerra viveva un momento di grande euforia, il declino di Babingtons proseguì e le cose peggiorarono con la crisi di Wall Street e la morte in Svizzera, nel 1929, di Anna Maria.
# Il rilancio con Isabel
Si pensò anche di chiudere, ma la sorella di Isabel, Annie, prese in mano la situazione e, investendo tutti i suoi capitali, decise di fare dei radicali cambiamenti alla sala. Furono rinnovati così l’arredamento, le tende e i cuscini e, sotto la guida di Dorothy, la sala da tè si riempì nuovamente.
Gestita oggi dalla quarta generazione discendente da Isabel, sopravvissuta a due guerre, a diverse recessioni economiche come pure all’arrivo dei fast food, Babingtons è rimasta “l’indirizzo mondano per una scelta clientela” – Guida Monaci, 1899.
E in questo salotto nel centro della città da allora si danno appuntamento famiglie reali e personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, sicuri di essere accolti con discrezione, come se fossero a casa loro. Il menù oggi offre una scelta di piatti dolci e salati, nel rispetto della tradizione inglese, dal pasto leggero al tè vittoriano.
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FRANCESCA SPINOLA
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