Il Giubileo ha avuto inizio il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa. Tra il 23 dicembre e i primi di gennaio, il sindaco Gualtieri ha chiuso diversi cantieri in zone fondamentali della città. Ad oggi però, in pieno anno santo, il Giubileo sembra essere già argomento passato. Come lo sta vivendo Roma questo momento? È davvero già finita la magia che si respirava i giorni precedenti all’inaugurazione di questo evento così importante per il cristianesimo universale?
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Cosa resterà del Giubileo? Al secondo mese l’anno santo sembra già finito
# I pomposi preparativi pre-giubilari
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Sia la Chiesa Cattolica che l’Assemblea Capitolina si sono preparati per questo Giubileo con fare attento e, soprattutto, risonante. Per la Chiesa, l’impegno profuso si è riscontrato soprattutto nella preparazione spirituale dei fedeli, attraverso l’azione delle parrocchie e la pubblicazione di diversi testi scritti dal Papa, senza contare le nuove nomine delle cariche responsabili della diocesi di Roma. L’impegno dell’amministrazione, invece, si è visto tutto nei cantieri. Oltre gli immancabili reels del Sindaco. Tutto ciò, ha contribuito a creare un’attesa nel popolo romano, oltre che nel mondo cattolico, che forse non è stata pienamente esaudita. Siamo appena alla fine del secondo mese eppure a molti pare che sia già una stagione finita.
# Cosa rimane del Giubileo?
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In alcuni dei punti centrali ritoccati dai cantieri voluti da Gualtieri, Roma è certamente cambiata in meglio. Il solo sottopassaggio a Piazza Pia ha migliorato la circolazione e reso il tratto più accessibile ai pedoni. Ma è questa la sola cosa degna di nota, poiché infatti tutto il resto sembra rimasto come prima e lo spirito di rinnovamento portato dal Giubileo sembra assopito. Sicuramente, le condizioni del Papa hanno portato apprensione tale da contribuire a questo assopimento generale. In città molti si chiedono: ha senso impegnarsi ancora per l’anno santo?
# Perché dovremmo recuperare lo spirito dell’anno santo
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Roma non può lasciar passare il Giubileo come se nulla fosse. Sarebbe come lasciar correre il treno delle occasioni per la sola pigrizia di non fare quella corsetta in più. Questo evento è infatti l’opportunità per dimostrare che la forza attrattiva della Capitale non risiede solo unicamente nelle bellezze che conserviamo, ma nella capacità di accogliere i pellegrini, nella varietà delle offerte esperienziali che siamo capaci di organizzare. Senza considerare la fondamentale importanza del messaggio di pace che il Giubileo sta lanciando nel momento storico che stiamo vivendo. Messaggio che, come Roma ha sempre saputo fare nella sua immensa storia, dobbiamo recepire e rilanciare al mondo intero. Ma come possiamo concretamente realizzare tutto ciò?
# Roma torni a essere il centro del mondo
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Bisognerebbe partire anzitutto da una fitta campagna d’informazione e comunicazione, far capire perché il Giubileo non sia elemento d’interesse solo per i fedeli ma per il mondo intero, preparando questa proposta dal punto di vista della società civile. Inoltre sarebbe necessario incentivare i mezzi di accoglienza, valorizzando l’impresa senza limitarsi a semplici interventi come quello dell’abolizione delle chiavi esposte dei b&b. Infine occorrerebbe far proprio il messaggio di pace e speranza lanciato dall’anno santo, cercando di risolvere i conflitti sociali presenti nella nostra città, come la lotta alla criminalità o alle disparità sociali. Ciò ci renderebbe un riferimento a livello mondiale.
Il Giubileo è per definizione un momento di rinascita e di rivoluzione di sé. Bisogna energicamente coglierne il significato e adattare questa occasione di rinnovamento a tutti i piani della società, rendendo nuovamente Roma il centro del mondo.
Continua la lettura con: Il Buco Nero del litorale romano: le tre soluzioni per riportare la luce
RAFFAELE PERGOLIZZI
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