Quando si parla di Inferno ci viene in automatico in mente l’Inferno di Dante, tanti gironi dove le anime dannate sono obbligate a rivivere i loro peccati per l’eternità. Sicuramente non è lo stesso Inferno, o dimora dei dannati, degli antichi romani, ma rimane il fatto che a questo mondo ultraterreno si associa paura, morte e disperazione.
E se ti dicessero che a Roma c’è una delle porte d’ingresso dell’Inferno ci andresti a vederla? Probabilmente chiunque sia stato nella città eterna l’ha già fatto, perché si credeva che l’entrata al mondo della disperazione fosse proprio nel Colosseo.
Il COLOSSEO era UNA delle PORTE dell’INFERNO
# Simbolo per eccellenza del paganesimo
Fino al Cinquecento si credeva che il Colosseo fosse il simbolo per eccellenza del paganesimo. Un anfiteatro che è stato per secoli scenario di giochi cruenti e che ha visto la morte di milioni di persone. Quando per diletto dei romani l’Anfiteatro Flavio divenne luogo delle uccisioni di molti cristiani ecco che a questo rimase l’epiteto di simbolo del paganesimo. In realtà, più avanti, si scoprì che probabilmente nel Colosseo non avvennero le persecuzioni cristiane. Anche in seguito, nonostante l’abolizione dei giochi e gli imperatori cristiani che si susseguirono, il Colosseo rimaneva simbolo della potenza dell’antica Roma, d’altronde si diceva che: “Sin quando il Colosseo resterà in piedi, lo sarà pure Roma. Quando il Colosseo crollerà, crollerà anche Roma”.
# “Colis eum?”: adori lui? (il diavolo)
Al Colosseo fu sempre associato il sovrannaturale, ognuno ci vedeva qualcosa di diverso ma rimaneva il fatto che l’anfiteatro avesse qualcosa di strano e non legato al nostro mondo. La leggenda forse più inquietante è quella del Tempio di Belzebù, il demone che abitava nell’Anfiteatro Flavio. Si dice che il nome Colosseo derivi proprio da questa storia: gli adepti di Belzebù chiedevano ai neofiti durante la cerimonia di iniziazione “Colis eum?”, ovvero “adori lui (il diavolo)?”.
In generale gli storici ci vedevano l’espressione della grandezza di Roma, i cristiani peccato e malvagità, per altri era un posto da evitare perché qui maghi e streghe praticavano la loro arte. Nel Medioevo, poi, le leggende che vedevano il Colosseo erano infinite e poche positive. Insomma, gli hanno sempre riconosciuto l’importanza e la potenza che incarna, ma l’Anfiteatro non ha sempre avuto una bella reputazione. Addirittura si diceva che fosse una delle porte dell’Inferno.
# Porta Libitidinaria: la porta dell’Inferno del Colosseo
Si chiama Porta Libitidinaria, quella che in parte si potrebbe identificare come una delle 7 porte dell’Inferno che si erano individuate nel Medioevo. In realtà in generale si credeva che il Colosseo fosse una porta per l’Inferno e che durante la notte le anime dei gladiatori morti nell’arena vagassero per i sotterranei. Facendo però una precisazione su Porta Libitidinaria, questa era attraversata dagli schiavi che portavano fuori dall’arena i gladiatori uccisi; considerando che gli schiavi indossavano la maschera di Caronte e che da lì passavano sempre più morti che vivi, un po’ di verità c’è.
Continua la lettura con: Ammirare il COLOSSEO come un antico GLADIATORE: il nuovo progetto
BEATRICE BARAZZETTI
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