Statue neoclassiche e turbine, marmi bianchi e caldaie, mosaici e bobine. Storia di successo di una centrale elettrica divenuta museo e mostra permanente.
La Centrale Montemartini è oggi il secondo polo espositivo dei Musei Capitolini ed è uno straordinario esempio di riconversione in sede museale di un edificio di archeologia industriale. La sua nuova vita è iniziata nel 1997 con il trasferimento nella centrale elettrica di una selezione di sculture e reperti archeologici dei Musei Capitolini.
Il FUTURO nel PASSATO: alla Centrale elettrica Montemartini il mix tra cultura e produzione di ENERGIA
Le città sono fatte di case, monumenti, giardini, chiese e poi di luoghi, spesso immensi, che svolgono dei servizi. Basti pensare alle centrali elettriche, idriche, alle fabbriche, ai mercati generali, ai capannoni industriali, ai mattatoi. Questi luoghi hanno spesso un “fine vita” che li vede lasciati decadere nell’abbandono e trasformarsi in cattedrali nel deserto, luoghi di degrado e inquinamento, ma non sempre. Nel caso dell’antica Centrale Elettrica Montemartini l’ingegno e la buona volontà hanno avuto la meglio.
Dopo una completa ristrutturazione da parte di Acea, un’intera area dell’impianto è ora centro multimediale e spazio espositivo, affidato ai Musei Capitolini, dove è possibile visitare la mostra archeologica permanente Le Macchine e gli Dei o partecipare alle tante esibizioni temporanee che periodicamente vengono organizzate.
Da qui si sono illuminate le prime strade di Roma
La storia di questo luogo è affascinante almeno quanto lo sono oggi i suoi spazi che a macchine, turbine, caldaie affiancano statue neoclassiche, marmi, frontespizi, mosaici in un gioco di contrasti capace di lasciare senza fiato. Le prime luci elettriche che illuminavano le strade di Roma sono state accese da qui, dalla centrale Montemartini, il primo impianto pubblico di produzione di elettricità a Roma, sulla Via Ostiense, tra i Mercati Generali e la sponda sinistra del Tevere. Nata nel 1912 la centrale ha poi accompagnato l’espansione di Roma, aumentando negli anni la propria potenza produttiva proprio per soddisfare i bisogni energetici di una città in costante evoluzione.
A disposizione per produrre energia in emergenza
Durante la guerra l’impianto sfuggì ai bombardamenti alleati e fu l’unico su cui la città poté contare nel periodo immediatamente successivo alla liberazione. Non più produttivamente ed economicamente conveniente, la centrale venne dismessa a metà degli anni ’60. Alcuni ambienti del complesso furono utilizzati come magazzini, altri abbandonati. Si avanzò anche l’ipotesi di un completo abbattimento ma, fortunatamente, alla fine degli anni ’80, la dirigenza dell’ACEA decise di avviare una completa ristrutturazione dello storico impianto. La Sala Macchine e la nuova Sala Caldaie, con i relativi ambienti sottostanti, vennero trasformati in un Art Center e centro multimediale, mentre i restanti ambienti diventarono sedi di uffici, laboratori, e magazzini.
Oggi la centrale entra in funzione solo in situazioni di richieste energetiche straordinarie e il suo funzionamento può essere gestito anche in telecontrollo dalla sala operativa presso la Centrale di Tor di Valle. Pur non essendo operativa al 100% la centrale Montemartini rimane un punto di riferimento per la città di Roma.
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FRANCESCA SPINOLA