Il futuro più grande di Roma

La Via della nuova Roma

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Ph. @ig_rome IG
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Viaggiando all’estero, ci si rende conto che nel mondo Roma è ancora un punto di riferimento. C’è chi parla di Terza Roma e chi si proclama erede della Roma Antica. Tuttavia i primi a non avere questa consapevolezza siamo proprio noi. Ma perché? Qual è stata la grandezza di Roma? E, soprattutto, come possiamo essere noi a raccogliere questa eredità per tornare di nuovo grandi? Foto cover: @ig_rome IG

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Il futuro più grande di Roma

# Roma è un punto riferimento mondiale… ma i romani non lo sanno

C1 Superstar – Pexels
Roma è ancora oggi un punto di riferimento per il mondo. Gli Stati Uniti si paragonano di continuo all’Impero Romano. Così come numerose città si definiscono “seconda” o “terza” Roma, come Istanbul o Mosca. Per non parlare delle tracce della Roma antica presenti nel mondo di oggi. Ci sono Paesi che conservano l’impronta di Roma addirittura nel proprio nome, come l’antica Dacia (oggi Romania, appunto). Senza parlare dell’influenza esercitata sulle arti, lo sport o addirittura nell’impostazione dell’impianto urbano delle città, da quelle medievali a quelle più recenti: se si guardano città come Latina o New York, notiamo infatti che sono impostate su un modello a scacchiera che, in qualche modo, ricorda la struttura di cardo e decumano. Tuttavia, nonostante all’estero si faccia ancora a gara tra chi sia più o meno erede dell’antica Roma, noi romani facciamo fatica a riconoscerci un tale potenziale. Ma se Roma riuscì a lasciare questo ricordo di sé, perché noi non riusciamo a vederlo e a renderlo parte integrante del nostro presente?

# La grande forza della Roma antica? La capacità di valorizzare le altre culture

Nikita Belokhonov – Pexels

Se ci interroghiamo sul perché e il come Roma sia riuscita a influenzare il mondo a punto tale da essere, ancora oggi, riferimento per moltissimi Paesi esteri, la prima risposta che ci diamo è spontanea e banale: le capacità militari. Nulla di più sbagliato. Se volessimo basarci su questo parametro, dovremmo ammettere che Roma non fu neanche l’Impero più vasto della storia. E non possiamo associare il successo di Roma neanche alla sua durata. Ma quindi, escluse queste caratteristiche, a cosa possiamo associare il successo di Roma nel tempo e nello spazio? La capacità di valorizzare le culture altrui: il metodo con cui gli antichi romani hanno amministrato i territori conquistati e convissuto con le relative popolazioni. Campioni d’integrazione infatti, i romani hanno sempre saputo soggiogare le genti conquistate preservando e valorizzandone usi e costumi, riuscendo talvolta anche ad assimilarli e farli propri. Se la filosofia greca ha goduto di una certa notorietà, lo deve certamente alla capacità degli antichi romani di averla colta e valorizzata. Così come il cristianesimo ha conosciuto il suo periodo di massima espansione grazie alle leggi dell’Impero che ne fecero religione ufficiale. Quindi gli ingredienti segreti del successo di Roma sono preservazione e valorizzazione. Ma quanto rimane di queste capacità ai romani di oggi? E quanto sappiamo realmente sfruttarle?

# I romani di oggi non sono all’altezza della Roma Antica

Tom D’Arby – Pexels

Nonostante i continui tentativi, nel passato e nel presente, di appropriarsi dell’eredità di Roma da parte di più soggetti, i cittadini della Capitale d’Italia rimangono gli unici a poter vantare i natali nel luogo che fu, effettivamente, il cuore dell’Impero. E qui a Roma, l’Impero Romano, si respira ancora. Basterebbe farsi una passeggiata ai Fori Imperiali, passare sotto il Colosseo o ripercorrere i famosi 7 colli per immergersi, quasi totalmente, in quell’atmosfera magica ed evocativa che solo questa città può offrirti. Tuttavia noi romani non sappiamo cogliere né valorizzare l’eccezionalità che viviamo tutti i giorni. Noi, che certamente siamo romani, non ci accorgiamo che non sappiamo come vorremmo essere romani, che ci manca una progettualità per il futuro. Una ricetta concreta ovviamente non c’è, o almeno non ancora. Ma possiamo e dobbiamo individuare l’origine della nostra mancanza di progettualità nella nostra mentalità, forse troppo abituata alla bellezza che ci circonda da non porsi il problema di pianificare il futuro. O, peggio, aspettare che sia qualcun altro a offrirci l’occasione. Si può dire, insomma, che quell’eccezionalità ricercata e riconosciuta all’estero, noi l’abbiamo nel DNA ma non ce ne accorgiamo e, di conseguenza, non la sfruttiamo. Questo atteggiamento, però, ci fa lentamente perdere quel primato che dobbiamo a tutti i costi recuperare, ma come?

# La Via della nuova Roma

Alex Does Pictures – Pexels

Se dobbiamo pensare a un passato fruibile nel presente, non possiamo ragionare in chiave conservativa. Dunque ciò che ci è trasmesso, attraverso le testimonianze immobili delle rovine, è una mentalità pragmatica e propositiva che abbiamo perso. Per recuperarla, e quindi imparare dal passato, serve invertire la rotta. Invece di attendere una soluzione, trovare una proposta. Invece di vivere di rendita, inventare qualcosa di nuovo. Invece di farci rappresentare da una gloria passata, impegnarci a rappresentare la grandezza di Roma Antica nel nostro presente: ritornando a valorizzare le più alte espressioni di intelligenza umana considerando come confini il mondo intero. E non il Grande Raccordo Anulare.

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RAFFAELE PERGOLIZZI

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Raffaele Pergolizzi
Romano, nato il 4 maggio 2003, studio Storia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo più grande d’Europa, La Sapienza. Appassionato di cultura, innamorato della mia città e del mio Paese. Credo fermamente nell’importanza della partecipazione attiva alla vita pubblica e nell’impegno di ogni individuo per il bene e lo sviluppo della collettività.

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