Intrighi di potere, omicidi efferati, storie di amore e tradimenti si intrecciano lungo i gradini della “Salita dei Borgia” al rione Monti.
Il VICOLO più “SCELLERATO” d’Italia
I romani ancora lo chiamano Vicolo Scellerato, è uno dei luoghi più suggestivi e misteriosi di Roma. E’ quel tratto di strada che sale tra via Leonina e via Cavour, sovrastato dal palazzo che ospitò i Borgia a cavallo tra il ‘400 e il ‘500 e che porta, alla Basilica di San Pietro in Vincoli.
Su quei gradini la scellerata di Tullia, nel 535 a. C., è passata con il cocchio sul corpo del padre morente, il re Servio Tullio. Era l’atto finale di una congiura per la conquista del trono di Roma d’accordo con il cognato Tarquinio. Un evento che è alle origini della città stessa e che racconta da solo le intestine lotte di potere che si sono susseguite all’epoca. Poi il vicolo ha preso il nome di Salita dei Borgia facendo riferimento ad alcune supposte proprietà di quella scellerata famiglia del papa Alessandro VI alla fine del Quattrocento.
Alla vista lo scorcio è scenografico, con una lunga scalinata che si perde nel buio di una galleria e il palazzetto rinascimentale che la sovrasta rivestito d’edera, poi un balconcino fiabesco di foggia raffaellita, insieme regalano un angolo di assoluto mistero alimentato dalle storie e dai miti di omicidi e intrighi familiari.
# La scellerata Tullia passa sul cadavere del marito
Per comprendere le origini della sinistra fama di questo luogo dobbiamo quindi tornare alla Roma dei Tarquini, i settimi re della città, mentre la protagonista di questa storia è Tullia, la figlia minore e molto intraprendente di Servio Tullio, sovrano di Roma e successore di Tarquinio Prisco. Servio Tullio decide di dare in spose le figlie, Tullia minor e Tullia maior, a due rampolli della casata dei Tarquini, Arunte Tarquinio e Lucio Tarquinio.
L’amore però fa brutti scherzi e la Tullia piccola, sposata con Arunte, si innamora follemente di Lucio, suo cognato, che la corrisponde negli amorosi sensi e trasforma la vicenda in una vera e propria carneficina. La storia di questa attrazione fatale la racconta Tito Livio con la sua opera monumentale Ab urbe condita. Per coronare il loro sogno d’amore, Lucio e Tullia minore si sbarazzano dei rispettivi coniugi, liberi finalmente di sposarsi e iniziare una nuova vita insieme, ma l’ambizione di Tullia la porta oltre il ruolo di moglie, lei vuole diventare regina e convince il marito a reclamare il trono che viene legittimamente occupato da Servio Tullio.
Convinto dalla moglie, il giovane si reca a palazzo per autoproclamarsi re dei romani, ne segue una rissa familiare, dove suocero e genero si scontrano in un duello all’ultimo sangue che vede Servio Tullio sconfitto e ferito. Verrà poi ucciso da due sicari e lasciato su quella scalinata scellerata. La prima a trovare il cadavere del padre sarà proprio la spietata Tullia che, tenendo fede alla sua fama, ordinerà al suo cocchiere di passare sul corpo del vecchio re e diventerà regina di Roma.
# La salita dei Borgia
Questa è solo una delle tante, oscure, leggende che ruotano intorno al Vicolo ed è proprio il nome di Salita dei Borgia a suggerirci, a ben duemila anni di distanza, una continuità tra due famiglie non proprio modello. Il meraviglioso palazzetto rinascimentale è ritenuto per tradizione popolare essere appartenuto alla bella Vannozza Cattanei, prima amante di Rodrigo Borgia, passato alla storia come Papa Alessandro VI. Vannozza diede al papa 4 figli, tra i quali si distinsero i più celebri Cesare e Lucrezia. In realtà il palazzetto risulta essere appartenuto alla famiglia dei Margani, e la presenza di Vannozza e Lucrezia appare in parte anacronistica rispetto alle vicende della proprietà. Ed è forse per questo che Lucrezia, passata alla storia come un’incestuosa avvelenatrice senza scrupoli eredita da Tullia lo scettro di “scellerata” presenza femminile del posto.
Storia e storie a parte il vicolo vale la pena di visitarlo anche perchè si trova in uno dei luoghi più suggestivi della capitale con la sua vista sul Colosseo.
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FRANCESCA SPINOLA
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