C’è il cinema Impero, il corso, la pompa di Benzina Fiat e palazzi dallo stile neocoloniale, sul tipo Eur o Latina. E’ “La piccola Roma”, ma si trova in Africa. Si tratta di Asmara, la capitale dell’Eritrea, ex-colonia italiana, città modernista per eccellenza, con i suoi edifici del ventennio, che nel 2017 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO entrando nella lista World Heritage.
La piccola ROMA d’AFRICA
La pianta urbanistica di oggi è in gran parte quella voluta da Mussolini, ma costruita dagli italiani già a partire dal 1889, quando i primi coloni si stabilirono sull’altipiano per godere di un clima più sopportabile e per sfuggire alla malaria. La città è arrivata quasi intatta fino ai giorni nostri, con i suoi 4.300 edifici all’interno di un’area di 480 ettari.
Ma l’appellativo di “piccola Roma” c’è chi ritiene non sia dovuto a una somiglianza urbanistica, piuttosto a motivi politici. Asmara, nelle mire colonialistiche dell’Italia, doveva diventare la capitale di tutta l’Africa Orientale Italiana. Era destinata a questo e per questo le fu dato quell’appellativo.
Capolavori di architettura razionalista e futurista
Di certo agli inizi del secolo e poi durante il ventennio fascista grandi architetti giunsero in Eritrea e alle classiche costruzioni di fine ‘800 primi ‘900 con forme classicheggianti con colonnati, bifore, facciate e balconi di ispirazione liberty si aggiunsero veri capolavori di architettura razionalista e futurista.
Come racconta Alberto Alpozzi, fotogiornalista autore di un libro fotografico su Asmara “gli italiani la crearono a partire dal 1890 durante la prima penetrazione coloniale lungo il Mar Rosso, un secondo impulso arrivò nell’era giolittiana con il primo piano regolatore e poi il grande boom urbanistico durante il Ventennio fascista che la fece crescere di oltre 30 volte raggiungendo i 100.000 abitanti di cui la metà italiani”.
Patrimonio dell’Umanità
Nella capitale eritrea continuano ancora oggi a convivere diversi stili architettonici che vanno dal modernismo al razionalismo italiano del novecento, allo stile orientaleggiante ottocentesco. Opere come l’autofficina FIAT Tagliero, simbolo della città o il Cinema Impero, sono divenute iconiche e sono ancora perfettamente conservate.
È dei primi anni Duemila il primo accordo con la Banca Mondiale per la conservazione dei beni culturali della città e del 2005 la richiesta di accesso alla “tentative list” dell’Unesco per circa 4.300 edifici. Nel 2016 la domanda formale, grazie al forte contribuito dell’ambasciata italiana locale. Poi nel 2017 è arrivato il riconoscimento dell’Unesco e Asmara è diventata patrimonio dell’Umanità.