La modernità è un velo. Quando si è obbligati a mettere da parte la patina di attualità, si possono scoprire le meraviglie del passato.
Scoperto un raro CIPPO pomeriale risalente all’epoca dell’imperatore Claudio
# «La città contemporanea per eccellenza»
La definizione più affascinante (per chi scrive) donata a Roma è di un architetto statunitense, che l’ha celebrata aggiungendo che la città eterna è «la versione urbana di internet». A Roma, modernità e storia dell’uomo si condensano in un unico punto, convivono e si celano a vicenda. Tutta l’energia concentrata in questo modo, ogni tanto, ha bisogno di esplodere, come un enorme big bang, rivelando di tanto in tanto qualche meraviglia del passato.
È ciò che è successo qualche giorno fa a Piazza Augusto Imperatore, dove lavori di manutenzione ordinaria alle condutture interrate, hanno permesso di portare alla luce un raro cippo pomeriale, testimonianza dell’ampliamento dei confini dell’urbe, voluto da Claudio imperatore.
# Il monumento invisibile
L’antica Roma ha prosperato intorno a tangibili caratteristiche, come le capacità dei suoi cittadini o l’intelligenza di senatori e imperatori. Ma non solo. Forse non tutti sanno che uno dei caratteri più identitari dell’urbe è una sfumatura impalpabile, una specie di astrazione mentale che ne ha segnato per sempre la natura: il Pomerio Sacro.
Il Pomerio è lo spazio che correva intorno alle mura. Considerato da Romolo il “confine invalicabile”, perciò sacro. Era vietato costruire edifici sia laici che religiosi, interdetto alle sepolture ed era impedito di attraversarlo armati. Il fratello di Romolo lo varcò in armi e la conseguenza è forse il primo fratricidio illustre della storia. Nonostante tutte le trasformazioni intervenute nella città nei secoli, il Pomerio conferiva a Roma una propria identità e ha sempre mantenuto la sua forza concettuale.
# Quando si spostava il Pomerio
Se il Pomerio seguiva i limiti della città, è naturale pensare che questo si sia spostato mano a mano che i confini di Roma si sono estesi. Non è proprio così: per la sua importanza il Pomerio veniva “spostato” di rado, agli imperatori era concesso di farlo solo dopo l’approvazione del Senato, perché ampliare il Pomerio era la metafora del fondatore di Roma. Quindi Claudio, nel 49 d.C., diventa uno dei fondatori di Roma, insieme a Romolo, Silla, Vespasiano e Aureliano.
# Il cippo del Pomerio di Claudio
Il cippo ritrovato oggi, ancora infisso nel terreno nella sua posizione originale, è ricondotto con assoluta certezza a Claudio, grazie alle iscrizioni riportate. Le dimensioni del cippo sono notevoli, 193 x 74.5 x 54 e l’imperatore viene ricordato con i suoi titoli e cariche.
L’ampliamento del Pomerio del 49 d.C. è un atto di forza politico, con tutta probabilità osteggiato dal Senato. Ma Claudio aveva appena conquistato la Britannia e, molto più importante, voleva estendere i diritti di cittadinanza romana alle élite della Gallia. Sul cippo pomeriale di Claudio, l’imperatore rivendica l’ampliamento del pomerio come l’allargamento dei confini del popolo romano. Una finezza che permette di leggere tra le righe la sua visione politica, la filosofia e l’ambizione.
# Le esigenze della modernità
Il cippo consiste in un unico blocco di travertino. È stato trovato ad una quota troppo bassa rispetto al piano moderno, oltretutto in piena falda acquifera. La necessità di conservazione dei prossimi millenni, ha quindi imposto una decisione sofferta: lo spostamento altrove. Adesso è già visibile nella Sala Paladino dell’Ara Pacis, accanto alla statua dell’imperatore Claudio, in attesa della definiva collocazione nell’area del Mausoleo di Augusto. Una visibilmente emozionata Virginia Raggi, ha dichiarato che si tratta di un «ritrovamento eccezionale. Nel corso del tempo, sono stati rinvenuti solo altri dieci cippi relativi all’epoca di Claudio e il più recente, fino ad oggi, è stato ritrovato nel 1909, dunque oltre 100 anni fa».
# C’è un Pomerio nel terzo millennio?
Il Pomerio, nella storia, serviva per proiettare sull’urbe la grandezza e i successi dell’impero. È stato uno strumento educativo molto potente, anche nei confronti di imperatori come Costantino, o sovrani stranieri come Cleopatra, che hanno sempre rispettato le regole di quello spazio e l’identità che questo conferiva a Roma e ai suoi cittadini.
Nel 2021, quale potrebbe essere il Pomerio? I confini sono ben definiti: il GRA o l’anello ferroviario, ma il quesito non è dove metterlo, bensì se è possibile ridare ai romani ciò che il Pomerio conferiva a Roma antica.La sindaca Raggi ha dichiarato che, con l’apertura del Mausoleo di Augusto, tutta la bella zona centrale della città tornerà a nuova vita. Sarebbe bello regalare, ai romani di oggi, un’escursione con una breve introduzione del concetto pomeriale e chiedere loro di riappropriarsi sia del monumento invisibile, sia della forza del concetto.
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LAURA LIONTI
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