SPQR. Nell’urbe, nel Lazio, in Italia e in Europa, queste quattro lettere sono l’impronta della grandezza dell’impero romano, rappresentando i romani di ieri e di oggi e che assumono, tra il serio e il faceto, ogni tipo di significato.
Tutto quello che non sapevate sulla sigla SPQR
# L’identità romana batte l’incertezza storica
SPQR è un’iscrizione che anche i più distratti possono cogliere in giro per Roma, perché si può trovare praticamente ovunque.
Siamo sicuri di sapere tutto di questa sequenza di lettere?
Naturalmente no e la fragilità dell’incertezza è compensata dalla grande storia imperiale antica. SPQR è parte della leggenda di Roma che – come prima grande superpotenza della storia – viene a volte raccontata con toni di enfasi. Oltretutto, per quanto sia un simbolo di identità dei romani, forse non è nemmeno originario dell’antica urbs, ma ormai è una colonna imprescindibile.
SPQR è un simbolo per i romani, da oltre 2000 anni: innanzitutto è nel vessillo del comune di Roma, adottato quindi come simbolo identitario d’eccellenza, nonostante le incertezze sul vero significato e sull’origine dell’acronimo.
A seconda delle ricostruzioni storiche, infatti, cambia l’accostamento delle parole di cui SPQR sono le iniziali, prestando il fianco ad un gioco che continua tutt’oggi e porta molti ad utilizzare #SPQR pure per simpatiche prese in giro, sfruttando il mistero di quattro lettere iscritte per mezzo mondo
# Sono Pazzi Questi Romani e… la vera curiosità
“Ils sont fous ces Romains“, è la frase che Obelix pronuncia sempre, toccandosi la tempia per indicare la follia dei Romani, avversari di lunghe ed estenuanti battaglie.
Gli autori del fumetto francese, René Goscinny e Albert Uderzo, hanno sempre scritto la frase in francese, non è una novità che i transalpini usino la loro lingua madre come leva per autodeterminarsi.
Nelle edizioni italiane, la frase è tradotta con “Sono Pazzi Questi Romani”, S.P.Q.R. appunto.
La vera curiosità è che questo accostamento non è opera degli autori originali, ma si tratta di una felicissima intuizione di un milanese, quel Marcello Marchesi che dell’opera francese è stato uno dei primi traduttori.
Marchesi decide di rendere immortale una frase che – se tradotta letteralmente – non avrebbe avuto alcun impatto sui lettori italiani, donando in questo modo una patina leggendaria alle storie dei baffuti galli.
# Solo Preti Qua Regneno
La saggezza dei romani, sia antichi che moderni, si fonda quasi certamente sull’ironia. Anzi! Meglio dire autoironia, pochi sanno sdrammatizzare tutto come i romani.
Capofila di una certa romanità è certamente il poeta Giuseppe Giacomo Belli, per gli amanti del genere è un’imperdibile tappa della cultura linguistica territoriale, in grado di rinfrancare qualunque spirito con acute osservazioni, messe in lirica divertente.
Belli si presenta in una geniale interpretazione satirica, dalla valenza etica e politica, nella Lirica SPQR per spiegare ai foresti le peggiori inefficienze della città eterna, affidando ad un prete queste parole:
«Un giorno arfine me te venne l’estro
de dimannanne un po’ la spiegazzione
a ddon Furgenzio ch’era er mi’ maestro.
Ecco che mm’arispose don Furgenzio:
“Ste lettre vonno dí, ssor zomarone,
Soli preti qui rreggneno: e ssilenzio»
# Sono Porci Questi Romani
Un’icona moderna, attribuita erroneamente ad un noto esponente politico del Nord, è in realtà l’ennesima opera dell’autoironia romana.
I romanissimi fratelli Vanzina, autori e registi del film “SPQR duemila e ½ anni fa” hanno l’ardire di incrociare le vicende di Tangentopoli con un film ambientato nell’antica Roma, con tanto di adattamento scenografico e costumi dell’epoca.
La battuta, Sono Porci Questi Romani è affidata ad un’icona milanese, Massimo Boldi, nei panni del magistrato Antonio Servilio che, inseguito dai legionari, si lascia scappare una battuta che rivela la vena autoironica degli autori.
# Sono Penultimi Questi Romanisti
Inevitabile che di un simbolo della romanità, se ne appropriassero le tifoserie delle due squadre di calcio cittadine.
A Roma il calcio è molto più che una fede, è letteralmente tutto. Non puoi essere tifoso di una delle due squadre se sei nato in un determinato quartiere: se proprio vuoi tifare la squadra del cuore, ti devi trasferire.
Questo indifferentemente dal fatto che le squadre di Roma siano ai gradini più alti della classifica generale, che esprimano un bel calcio e siano oggettivamente da temere.
Riuscite ad immaginare che succede se una delle due squadre naviga in fondo alla classifica?
È proprio quello che è successo qualche anno fa, quando la Roma si è trovata a navigare in cattive acque e i tifosi della Lazio che, mutuando l’acronimo capitolino, hanno invaso la città con gli sfottò Sono Penultimi Questi Romanisti.
# Società Produzioni Quotidiane Televisive
Uno dei fenomeni degli anni ’70, l’esplosione del fenomeno delle TV private, ha fatto da sfondo a questo gioco su SPQR, accompagnando Roma all’attualità.
Ne nascono migliaia di reti TV locali, sparse in tutto il territorio nazionale.
A Roma non può mancare una TV territoriale, romana per eccellenza e che adotta SPQR chiamandosi Società Produzioni Quotidiane Televisive.
# Salvaguardia, Proteggi, Qualifica Roma
Inevitabile strafalcione della burocrazia e della politica romana che, a caccia di sensazionalismi per una campagna di riqualificazione dei Beni Culturali, utilizza (giustamente) la sigla dell’antica Roma dando vita ad un progetto di salvaguardia e valorizzazione del centro storico di Roma.
Peccato l’errore di utilizzare un sostantivo ad inizio acronimo, che ha strappato più di un sorriso, veramente amaro questa volta. Una pacchianata che non toglie plauso per l’iniziativa, che merita di essere inserita in questa carrellata di storia con il suo originario nome completo: “Salvaguardia, Proteggi, Qualifica Roma”.
# Ma cosa significa veramente SPQR ?
Ovviamente storici e appassionati hanno studiato le iscrizioni su monumenti e documenti. La storia di Roma si perde nei lunghi millenni passati, pertanto tra deduzioni e leggende enfatiche, S.P.Q.R. finisce per assumere molteplici significati.
La ricostruzione che piace di più ai romani potrebbe essere Senatus Populus Que Romanus – Il Senato e il Popolo Romano, coniato per rappresentare quelle che, nell’antichità, erano i simboli della Repubblica romana: il Senato e il Popolo.
Potrebbe appartenere ai Sabini i quali, credendosi invincibili, l’avrebbero utilizzato come motto Sabinis Populis Quis Resistet? Letteralmente: ”Chi potrà resistere ai popoli sabini?”, prelevato dai romani dopo averli sconfitti, per infierire ulteriormente sui vinti.
Versioni alternative, non si sa quanto serie, potrebbero essere anche Sapiens Populus Quaerit Romam – “Un popolo saggio ama Roma”, nella variante Stultus Populus Quaerit Romam – “Un popolo stolto ama Roma”. Oppure Salve Populus Quintinii Regi – “Salute al popolo di re Quinto”, nonché Senex Populus Quaerit Romam ovvero “Un vecchio popolo ama Roma”.
Ci sono anche selezioni dedicate alla sfera cattolica romana, come ad esempio Salus Papae Quies Regni, che significa “Salvezza del papa, tranquillità del regno”, oppure Sanctus Petrus Quiescit Romae, che sancisce che “San Pietro riposa in Roma”.
# SPQR è il SIMBOLO della romanità
Oggi possiamo trovare la sigla S.P.Q.R., oltre che sui monumenti e tombini di Roma, anche nel vessillo della città di Reggio Emilia o nel pavimento maiolicato della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, affiancato dall’immancabile simbolo di Roma, la lupa.
Non solo giochi di parole, però, SPQR è un simbolo autentico di romanità e della grandezza dell’antico impero. Anche se le origini sono incerte, i numerosi giochi di parole che si possono fare con queste quattro lettere, è divertente e conferisce immortalità ad un mito. Che queste interpretazioni e giochini siano serie o meno, l’elenco si perde lungo una linea infinita di tempo che unisce passato e futuro.
Quale sarà il prossimo significato di SPQR?
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LAURA LIONTI
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