«Rientrato alla mia vecchia residenza mi è venuto un colpo: due giorni di carcere per una multa di eccesso di velocità in Svizzera». Così inizia la testimonianza di R. B., milanese che ha vissuto alcune ore di angoscia. Ecco come è andata.
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In Svizzera non paghi una multa? Finisci in galera (anche se vivi in Italia)
# La politica elvetica: fare cassa (soprattutto con gli italiani)
Un’esperienza vissuta da chiunque si sia recato in auto in Svizzera. Basta superare la dogana di Chiasso per intuire la strategia elvetica: fare cassa con gli italiani. Anche se si prende una volta sola le autostrade svizzere bisogna pagare la vignetta, in pratica un abbonamento annuale, di 40 franchi (poco meno di 50 euro). Ma non è finita, anzi. Dopo un paio di chilometri, infatti, ecco subito un autovelox, senza alcun cartello che avverta l’installazione di apparecchi di controllo velocità, come invece avviene per legge in Italia. Non solo: il tratto di autostrada presenta un limite “cangiante”. Sì, perché il limite di velocità cambia da un giorno a un altro, senza una logica apparente. Proseguendo verso Lugano, dopo un’altra dozzina di chilometri, ecco un altro autovelox. E le cose non vanno meglio se si percorrono le strade cantonali: anche in questo caso più si è vicini al confine più aumenta la frequenza degli apparecchi fissi o mobili. E se c’è chi pensa di fare come gli stranieri che fanno collezione di multe in Italia restando impuniti, si sbaglia di grosso. Perché in Svizzera chi non paga una multa finisce dritto dritto in prigione. Anche se vive all’estero.
# Non paghi? Vai in carcere: la testimonianza di un milanese
Occhio soprattutto se si cambia residenza. Lo ha scoperto R. B. di Milano. Rientrato alla vecchia residenza ha scoperto di rischiare la galera: «Mi è venuto un colpo: due giorni di carcere per una multa di eccesso di velocità in Svizzera». Ci ha allegato il documento di notifica in cui è scritto che non avendo pagato una multa di velocità di 240 franchi, «la pena detentiva sostitutiva è già stata fissata in 2 giorni», pari a un giorno di galera ogni 100 franchi non versati. Da una ricerca lo stesso R. B. ha scoperto che se non si paga una multa stradale per le autorità svizzere l’illecito amministrativo si trasforma automaticamente in penale. E non serve vivere all’estero: dato che l’Italia ha stipulato degli accordi bilaterali con Berna, le multe vengono recapitate a casa dei trasgressori anche per piccole violazioni del codice della strada. Questi accordi consentono alla polizia elvetica di accedere direttamente alla banca dati italiana. Quindi chi non paga per volontà o distrazione, nel caso si ripresenti al confine elvetico può finire in galera, senza processo. Non solo: anche per chi non mette piede in Svizzera la vita rischia di non essere tranquilla. Le autorità elvetiche possono procedere perfino a una rogatoria internazionale per i trasgressori, richiedendo l’arresto in Italia del trasgressore ad opera delle forze dell’ordine italiane.
# Gli altri Paesi difendono i loro cittadini da questo sistema. Ma non l’Italia
Ci sono Paesi che rispondono per le rime a questa muscolarità della Confederazione Svizzera. La Germania, ad esempio, assiste ogni suo cittadino che riceva una multa dalla Svizzera eseguendo la difesa d’ufficio del presunto trasgressore, rimandando di fatto al mittente ogni accusa. Così però non accade in Italia. Non solo: la beffa è che mentre gli automobilisti italiani vengono perseguiti per ogni infrazione dalle autorità elvetiche, questo non è reciproco. Non è un mistero che gli automobilisti svizzeri, oltre a quelli di targa straniera, guidino in Italia in un regime di impunità, senza alcun rischio di poter essere raggiunti a casa propria da una multa proveniente dallo Stivale. Ma quello che accade in Svizzera ci solleva anche una domanda: e se si facesse anche in Italia lo stesso con chiunque non paghi una multa?
# E se anche l’Italia usasse la mano pesante contro chi non paga le multe?
C’è però l’altro lato della medaglia di questo sistema. I grandi introiti che arrivano dai trasgressori, nazionali e stranieri. L’Italia è il Paese del garantismo: ma forse si esagera. E se anche da noi si utilizzasse la mano pesante contro i trasgressori? Se non con tutti, almeno con gli svizzeri, per un principio di reciprocità.
# Il finale della storia
Ma come è finita la storia di R. B.? Con un finale lieto anche se salato. E soprattutto con beffa. Ci ha scritto che ha telefonato al numero indicato sulla notifica e, dopo diversi passaggi, ha scoperto che per estinguere la multa nella notifica venivano indicati due diversi IBAN. Entrambi sbagliati. Alla fine gli è stato dato via telefono un terzo IBAN e ha proceduto al pagamento. Augurandosi che la pratica venga davvero estinta e che non abbia invece altre brutte sorprese alla vecchia residenza. O, peggio, varcato il confine.
Continua la lettura: Viaggiare con il treno in Svizzera
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