Dopo Trenord, anche ATM crea i propri biglietti ricaricabili. L’obiettivo è di diminuire i rifiuti collegati al trasporto pubblico locale: questo è possibile grazie a RicaricaMI, una tessera che contiene al suo interno un chip capace di memorizzare i nostri biglietti. Ma è quello di cui avevamo bisogno?
I nuovi BIGLIETTI ATM “RICARICABILI”: perché non portare gli abbonamenti (sia ATM sia Trenord) su smartphone?
# Trenord e ATM, due realtà che non si parlano
Il via a questa innovazione è stato dato da Trenord che ha creato le proprie tessere ricaricabili a settembre. Questo ha comportato un investimento rilevante da parte di Trenord che è dovuta intervenire sull’intera rete di obliteratrici, andandole a sostituire al di fuori delle aree STIBM.
ATM ha deciso di fare lo stesso, andando in qualche modo a creare un unico sistema che possa effettivamente interfacciarsi con Trenord e con gli altri operatori del TPL. Però su RicaricaMI è possibile caricare solo biglietti dell’area MI1-MI3, andando così a limitare fortemente l’utilizzo di questa tessera e impedendo che possano essere rimossi i ticket cartacei.
Inoltre si ripropone lo storico problema incoerenza tra Trenord e ATM: nelle aree STIBM i biglietti erogati da Trenord sono ancora cartacei. Quindi possiamo ipotizzare di acquistare un biglietto MI1-MI3 cartaceo alla stazione ferroviaria, fare qualche metro e acquistarlo in formato elettronico nel mezzanino della metropolitana. Questo sicuramente crea molta confusione.
# L’innovazione più utile sarebbe un’altra
La verità è che non è quello di cui i cittadini lombardi avevano bisogno, né tantomeno quello di cui il trasporto pubblico lombardo aveva bisogno. Infatti questo sistema non fa altro che creare un disservizio per chi usa il TPL saltuariamente, che si deve preoccupare di avere sempre con sé la scheda ricaricabile o di avere installata l’app di Trenord o di acquistare continuamente queste tessere, non diminuendo affatto l’impatto ambientale.
La regione dovrebbe indirizzare meglio l’evoluzione dei titoli di viaggio, andando verso una digitalizzazione e non verso un titolo elettronico. Oggi i sistemi di tornelleria della metropolitana sono ancora inutilizzabili con i biglietti digitali, i QR funzionano poco, i biglietti IVOL non possono essere utilizzati.
In più è ancora impossibile inserire il proprio abbonamento nel proprio portafoglio digitale presente su tutti gli smartphone, costringendo i pendolari ad acquistare continuamente schede che scadono, si smagnetizzano e si rovinano con i continui passaggi sui tornelli.
Milano e la Lombardia hanno bisogno di una digitalizzazione dei propri titoli di viaggio, per rendere più semplice l’utilizzo del trasporto pubblico in modo tale da incentivarlo nuovamente, invece che una tessera elettronica che crea poi un’infinità di problemi.
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SAMUELE GALBIATI
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