Il sogno in grande della METROPOLITANA di PARMA

Quando Parma sognava in grande: con il calcio e con i progetti

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Credits ParmaItaly - Primo progetto metropolitana Parma

La prima bozza del progetto del 2004 prevedeva tre linee e nel 2005 quello definitivo, prima di essere accantonato, aveva ottenuto anche parte del finanziamento. Vediamo il grande sogno sfumato di Parma per una rete di trasporto europea.

Il sogno in grande della METROPOLITANA di PARMA

# Il grande sogno di Parma

Credits: @vivoparma – Parma 2021

Ci fu un tempo, nei primi anni del nuovo millennio, in cui la vecchia grandeur di Parma volle rimettere la testa fuori dalla sabbia, a pieno diritto. Dopotutto la città, che fu piccola capitale dello splendido Ducato per centinaia di anni, veniva da una stagione fortunata, supportata da un decennio di grandi risultati calcistici del miracolo di provincia Parma FC. Qualcosa, però, non andò per il verso giusto.

# La diciottesima città d’Italia

Credits DEZALB-pixabay – Parma

Oggi Parma è una delle poche realtà in crescita d’Italia. La sua popolazione ha ormai raggiunto quella di Brescia, cosa che solo un ventennio fa sembrava impossibile. La splendida città emiliana, pur faticando a imporsi come meta turistica in un territorio che trasuda di attrazioni eccezionali come quello italiano, può vantare un palmarès di tutto rispetto.

Parlando d’arte, non si possono ignorare le strepitose testimonianze artistiche dell’Antelami (scultore medievale) nel Battistero, forse il più bello di tutto il paese. Oppure quelle del Correggio, nei suoi affreschi cinquecenteschi, di cui la città conserva tre assoluti capolavori: la Camera di San Paolo, la cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista e la cupola del Duomo.

Questo è solo l’ABC, naturalmente: la città riserva tantissime altre curiosità a chi è appassionato di cultura, a partire dagli spettacoli di lirica nel Teatro Regio, che ogni anno omaggiano il maestro di casa Giuseppe Verdi con un festival a lui dedicato. Ultima eccellenza locale, ma una delle prime per importanza, è quella dei prodotti del territorio, dal Parmigiano Reggiano al prosciutto di Parma, dal culatello di Zibello alla spalla di San Secondo per finire col il salame di Felino; una ricchezza che sta trovando spazio anche nei bar della città, fortunatamente sempre più dediti alla promozione della tradizione gastronomica locale.

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# Il primo progetto con 3 linee, di cui una diretta all’aeroporto

Credits ParmaItaly – Primo progetto metropolitana di Milano

La prima bozza del progetto del 2004 prevedeva addirittura tre linee. La terza avrebbe dovuto servire meramente l’aeroporto e la fiera, con un collegamento diretto fino alla stazione ferroviaria, un piccolo hub che negli anni è stata oggetto di una riqualifica a metà, avendo perso l’alta velocità a favore della nuova fermata Mediopadana in prossimità di Reggio Emilia, disegnata dall’archistar Santiago Calatrava.

Il Giuseppe Verdi, piccolo scalo aeroportuale di Parma, ha avuto a sua volta una vita travagliata. Inaugurato nel 1991, ha vissuto a lungo dei collegamenti stagionali con le isole, oltre a qualche sporadica linea delle compagnie low cost per le capitali europee. Attualmente rimane uno scalo secondario, non essendo riuscito a convogliare sufficiente traffico dal bacino d’utenza dei dintorni, penalizzato indubbiamente dalla relativa vicinanza di altri aeroporti più importanti (Linate, Bologna, Orio al Serio).

Anche la Fiera, trainata negli anni d’oro dal Cibus, il salone internazionale dell’alimentazione, ha visto nel nuovo secolo perdere ingressi in maniera sostanziale. Nessuna sorpresa, dunque, che a sparire dal grande sogno di Parma per prima sia stata la linea 3, verde come i bellissimi viali alberati che bordano il centro storico di Parma.

# La revisione in due linee 

Credits ParmaItaly – La revisione del progetto metropolitana Parma

Una versione riveduta del progetto prevedeva solo le due linee superstiti. La linea 1, da nord a sud, che avrebbe dovuto collegare il parcheggio scambiatore posto in prossimità dell’uscita autostradale di Parma con il Campus universitario situato nella periferia ai margini della città, già in vista delle prime propaggini collinari emiliane.

La linea 2, si sarebbe dovuta intersecare con la prima per servire altre zone popolate della città a ovest e a est. La lunghezza delle tratte doveva essere simile: 12 chilometri per la linea 1 (blu), 10 per la 2 (rossa).

Erano previste solo alcune fermate interrate, in corrispondenza del centro cittadino, mentre la maggior parte del tracciato avrebbe dovuto scorrere in superficie. Cruciali in questo senso, per la linea 1 che a regime avrebbe dovuto trasportare circa 50mila passeggeri al giorno, si prevedevano essere le stazioni di Pace (in prossimità del complesso museale della Pilotta) e di Garibaldi, salotto cittadino, oltre a un paio di soste per servire il pittoresco quartiere dell’Oltretorrente, che come il nome suggerisce costituisce la porzione antica della città posta dall’altra parte del Torrente Parma. La linea 2, destinata a un bacino di passeggeri inferiore per più della metà, avrebbe avuto, tra le altre, le stazioni interrate dell’Ospedale (Gramsci e Abbeveratoia) e del Parco Ducale (Giardino).

# L’ultimo progetto con 1 sola linea

Credits ParmaItaly – Progetto definitivo

Ma anche la linea 2, i cui lavori avrebbero dovuto iniziare solo al completamento della prima linea, fu cassata dal progetto. Si arrivò dunque al progetto di una sola linea, la fatidica 1 dal tragitto particolarmente sinuoso, che oggi definiremmo quasi una M5 milanese ante litteram.

Grazie alla sponsorizzazione del ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi, originario di Parma, nel maggio del 2005 fu deliberato il finanziamento di 210 milioni a fondo perduto. Ma per il grande sogno di Parma servivano molti altri soldi. Di conseguenza ben 96 milioni di euro avrebbe dovuto metterli il Comune di Parma, con la giunta di centrodestra di Ubaldi e Vignali, favorevolissima al progetto, in linea con le ambizioni cittadine dell’epoca. Una società costituita ex novo, la Metro Parma Spa, avrebbe avuto il compito di coinvolgere altri capitali privati. Sembrava proprio una di quelle storie a cui la politica italiana ci ha abituato da sempre: lo sperpero dei soldi pubblici.

# La revoca dei finanziamenti

I conti non tornano, però, praticamente da subito, una volta archiviati i brindisi commemorativi nei saloni degli hotel. Mentre i costi cominciano inevitabilmente a lievitare dalle prime ottimistiche previsioni, si fa finalmente largo l’idea che non sia la metropolitana il progetto adatto per la città di Parma. Il problema del traffico, naturalmente, esiste anche qui. La rete di autobus è particolarmente vecchia e lenta, e la maggior parte della gente si muove con l’auto privata.

Ma i costi di gestione di una rete metropolitana hanno bisogno di essere sostenuti dai numeri dei passeggeri, e a Parma ogni destinazione si può raggiungere facilmente in meno di mezz’ora, anche dall’altra parte della città. Prima del tramonto definitivo di un’idea epocale, qualcuno prova a rilanciare il progetto convertendolo in una tramvia di superficie, una soluzione che verrà attuata di lì a poco in città di dimensioni paragonabili a quelle di Parma (Padova, Cagliari), ma chi la propone ormai è sfiduciato, non ci crede più. Di comune accordo tra comune e governo, il finanziamento viene revocato definitivamente nel 2008, e con esso scompare forse per sempre l’ambizione di Parma di fregiarsi del titolo di città metropolitana.

# La voce dei cittadini

Ma in tutto questo teatrino politico, possibile che nessuno abbia mai pensato di chiedere l’opinione dei cittadini di Parma, i diretti interessati dal progetto? Oggi, a distanza di più di quindici anni, i favorevoli dell’epoca si trincerano dietro un no comment. Qualcuno invece soppesava con grande nonchalance i pro e i contro della questione, dimostrando l’apertura mentale di chi non nasce mai soggiogato da una posizione presa a prescindere. I contrari, che erano la maggioranza, sicuramente non avevano tutti i torti. Nei loro ricordi si alternano sensazioni vaghe, come quella di essere stati in mano a un progetto megalomane, quasi da Corea del Nord, oppure quella del sollievo da pericolo scampato una volta dimenticata in fretta la metropolitana. E adesso? In attesa che un giorno torni l’enfasi della Grande Parma, i parmigiani, refrattari a ogni dispendio che non sia quello delle bottiglie di spumante da bere alla Vigilia di Natale, possono continuare con la loro rilassata joie de vivre, ben consapevoli di non avere nulla da invidiare a nessuno.

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LORENZO ZUCCHI

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Lorenzo Zucchi
Laureato in statistica, milanese d’adozione da 16 anni. Grande appassionato di viaggi, fotografia minimalista, architettura e urbanistica. Sognatore estremo, coltiva l’idea di una federazione mondiale di Città Stato. Obiettivo nascosto: svecchiare la società dai suoi tanti risvolti retrogradi. Citazione preferita: la vita reale è per chi non sa fare di meglio.