Un guasto a un treno merci a Tavazzano è l’ennesimo episodio a causare ritardi e rabbia dei pendolari sulla linea Milano-Piacenza-Bologna.
In mezzo ad incertezze e disagi loro, i passeggeri, inferociti ma anche proattivi: ecco come si può rimediare già nel breve periodo.
La richiesta dei pendolari: la S12 come una “METROPOLITANA LEGGERA” tra Milano e Lodi
# Odio i lunedì
Così cantava decenni orsono Vasco Rossi e, in effetti, la settimana non poteva iniziare peggio di come ha fatto lunedì 24 gennaio.
Il guasto di un treno merci alla stazione di Tavazzano (LO) ha messo fuori gioco la linea pendolari Bologna-Piacenza-Milano, causando ritardi e cancellazioni che si sono susseguiti all’ora di punta, tra le 7 e le 8 del mattino. Di riflesso si sono accumulati ritardi di almeno 30-45 minuti sulle corse successive, cancellazione di 7 corse soprattutto sulla linea S1, la linea Milano-Lodi, con conseguente catena di disagi sui pendolari del Sud Milanese.
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# Una linea travagliata
Questa linea è una delle più trafficate e frequentate dai pendolari e la situazione, per Trenord e viaggiatori, si è sempre rivelata poco stabile, come una specie di girone dantesco nel quale si entra puntuali (da parte dei viaggiatori), ma non si sa con certezza quando si esce.
Stavolta è il guasto di un treno merci a Tavazzano, ma in passato altri episodi hanno caratterizzato, in male, questa tratta ferroviaria.
Altre volte sono stati un pantografo incastrato e la rottura della linea di tensione sopraelevata, a causare dei veri e propri “sequestri di persona” ai danni dei pendolari, bloccati in un limbo sospeso tra la banchina con vista su un display non aggiornato degli orari, o addirittura sui treni fermi in mezzo alla campagna della lodigiana.
Spesso, troppo spesso, questo limbo è causato da una gerarchia ferroviaria, per cui i pendolari, il vero motore di questa città e quindi di tutto il paese, devono fermarsi per dare precedenza a treni alta velocità, semivuoti negli orari in cui si concentrano i lavoratori.
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# La parola ai pendolari
Chi subisce questi disagi ha già proposto una serie di soluzioni.
Nel brevissimo termine si potrebbero utilizzare i fondi del PNRR in arrivo, per realizzare una serie di cambiamenti volti a stabilizzare il traffico pendolare e aumentare le corse in orario di punta.
Una prima richiesta è quella di riportare fino a Melegnano la linea S12, che permetterebbe di aumentare la frequenza delle corse. Contemporaneamente si deve dare attuazione all’annoso progetto di riqualificazione della stazione di Lodi. La conseguenza di queste scelte, porterebbe la S12 a diventare “metropolitana leggera” da Milano fino a Lodi, arteria tra due capoluoghi di provincia con corse ogni 12-15 minuti.
La seconda mozione dei viaggiatori è quella di ripensare l’interconnessione “lenta/veloce”, che subisce ogni giorno ritardi a causa della concomitanza di corse di Trenord, treni merci e Frecce varie. La proposta dei pendolari è di anticipare questa interconnessione tra Lodi e Tavazzano, per splittare la linea lenta ad uso esclusivo della S12 fino a tutta la tratta Lodi-Saronno.
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# Tutela degli orari di punta
La proattività dei pendolari continua, dopo aver iniziato un confronto con Regione Lombardia, cui spetta la paternità di Trenord.
La criticità è sempre la frequenza delle corse, che Trenord ha ridotto su tutto il territorio regionale alle attuali 1800 circa, contro le oltre 2.300 degli anni di Expo e fino al 2018.
La priorità dovrebbe rimanere la tutela degli orari di punta, non solo quelli mattinieri: i pendolari hanno diritto di rientrare nelle loro case ad orari decenti, non solo arrivare al lavoro puntuali. Già, perché un episodio come quello di ieri, causa poi ripercussioni sulle linee fino a Saronno, Crema e Cremona e non vi è alcun bisogno di influenzare le vite e gli umori di mezza Pianura Padana, se si può evitare.
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LAURA LIONTI
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