L’autostrada solare per biciclette esiste veramente. È in Corea del Sud e corre per 20 km tra Daejon e Sejong. Si realizzerà qualcosa del genere anche in Italia?
L’AUTOSTRADA del futuro: pannelli solari e UNA CICLABILE NEL MEZZO, coperta dal sole
# Un’autostrada solare per biciclette
In Corea del Sud c’è una pista ciclabile che corre nel bel mezzo di un’autostrada a 3 corsie per ogni senso di marcia. Il percorso ciclabile è coperto da pannelli solari, che offrono riparo dal sole per i ciclisti e producono allo stesso tempo energia.
L’illuminazione dell’autostrada e le colonnine di ricarica delle auto sono completamente autoalimentate dai pannelli solari posti tra le sei corsie, rendendo la Daejon-Sejong autonoma dal punto di vista energetico.
Grazie alla confluenza di tutti questi fattori, la 20 km sudcoreana è la prima autostrada solare per biciclette.
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# La SolaRoad come ispirazione?
Probabilmente ispirato alla SolaRoad dei Paesi Bassi, l’autostrada coreana ha però ribaltato il concetto.
Mentre la SolaRoad è un percorso pavimentato dai pannelli solari e i ciclisti ci pedalano sopra, in Corea del Sud i pannelli costituiscono la copertura, dando riparo dal sole proprio ai ciclisti.
La ciclabile è completamente isolata dal traffico autostradale. Per entrare o uscire dal percorso, i ciclisti si servono di percorsi sotterranei che li tengono lontani dal traffico regolare. Ai lati della ciclabile corrono delle barriere di protezione che, sebbene tolgano completamente l’aspetto panoramico, aumentano la sicurezza.
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# Le ciclabili si possono costruire ovunque?
La notizia della ciclabile autostradale ha fatto il giro del mondo sul web. Il video che mostra il percorso ripreso da un drone ha fatto oltre 21 milioni di visualizzazioni. La notizia ha destato curiosità, ma ha scatenato anche diverse critiche.
Molti commentatori hanno fatto notare che «perdalare in mezzo all’autostrada non è necessariamente la soluzione ottimale. Ai lati della strada poteva essere una ubicazione migliore».
Analizzando il percorso di 20 km, c’è chi ipotizza un tempo di percorrenza di circa 60 minuti: «un’ora all’andata e una al ritorno, sono i modi ideali di iniziare e terminare una giorntata di lavoro», però «godendosi il rumore assordante e respirando inquinamento».
Le ciclabili tendono ad essere costruite proprio ovunque, perché ritenute poco invasive. In una città come Milano, dove i due km di ciclabile tra Loreto e Porta Venezia sono stati accolti da ogni tipo di polemica, riuscite ad immaginare cosa potrebbe scatenarsi, se Milano-Serravalle suggerisse di realizzare un percorso ciclabile come quello sudcoreano, in mezzo alle tangenziali milanesi?
Fonte: Figen, Twitter
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LAURA LIONTI
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