Ecco 7 curiosità che forse non conoscete sulla prima linea milanese.
M1: 7 curiosità che forse non sai sulla REGINA della metro
#1 La linea rossa o M1 è stata la prima metropolitana inaugurata a Milano: ma non è la prima in Italia
La linea rossa o M1 è stata la prima metropolitana realizzata a Milano, e questo è noto a tutti, ma forse non tutti sanno che non è stata la prima in Italia, aperta invece nella capitale. La prima carrozza della linea rossa fu fatta entrare in galleria nel 1962 tramite uno scivolo provvisorio davanti al Castello Sforzesco, l’inaugurazione è invece avvenuta due anni dopo il 1° novembre nel 1964.
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#2 La linea con più fermate: 38 e altre 5 sono in arrivo
La M1 collega oggi la città da nord-est, con capolinea a Sesto 1º Maggio FS nel Comune di Sesto San Giovanni ad ovest, dividendosi in due diramazioni: quella verso nord-ovest con capolinea a Rho Fieramilano nel Comune di Rho e quella verso sud-ovest con capolinea a Bisceglie nel comune di Milano. La sua estensione arriva a 27 km, seconda solo alla M2, ma per numero di stazioni batte tutte le altre linee, sono infatti 38 complessivamente. Un numero destinato ad aumentare tra il 2023 e il 2030 visti i prolungamenti in realizzazione: verso nord con l’aggiunta delle 2 fermate di Sesto Restellone e Monza-Bettola o Cinisello-Monza, verso ovest con le 3 fermate di Valsesia, Baggio e Quartiere Olmi, portando il totale a 43.
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#3 La meno profonda tra tutte le linee milanesi
Essendo la linea rossa la prima ad essere realizzata in città è anche la meno profonda di tutto il sistema di metropolitane. Infatti per realizzarla si è utilizzato il “Modello Milano” dello scavo a cielo aperto, con una profondità media tra i 7 e i 10 metri. L’eccezione è la stazione di Pero che scende al piano banchina fino a 15 metri.
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#4 Il suo design è stato copiato dalla metro di New York
Sono due gli elementi distintivi di design presenti sulla linea Rossa, la cui segnaletica e allestimento sono stati progettati all’inizio degli anni ’60 dal designer Bob Noorda e dallo studio di architettura Albini. Il corrimano chiamato Filo d’Arianna di Franco Albini, con la caratteristica doppia curva finale funzionale sia come corrimano sia come partizione degli spazi. Il design della grafica coordinata di Noorda che riguarda la progettazione integrata della segnaletica e dell’allestimento visivo della M1: un’opera rimasta nella storia e famosa a livello internazionale, è stata ripresa da moltissime altre metropolitane di tutto il mondo tra cui quella di New York ed è diventata simbolo della metropolitana di Milano. Nel 1964 l’opera di comunicazione visiva del designer olandese naturalizzato italiano è stata anche premiata con il premio Compasso d’oro.
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#5 La stazione Amendola è tutelata come bene architettonico dalla Soprintendenza
La stazione di Amendola-Fiera, con il primo logo della metropolitana, le grafiche originali con lo stile Noorda e la pavimentazione Pirelli è quella che più di tutte richiama il classico design di tutta la linea. Oltre a questo nella fermata Amendola sulla M1 venne costruito un ampio mezzanino con copertura trasparente per consentire il deflusso delle folle di visitatori diretti alla fiera e che ha contribuito a ottenere la qualifica di bene architettonico tutelato dalla Soprintendenza.
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#6 La stazione di Sesto Marelli, primo capolinea a nord della linea, fu distrutta in un incendio nel 1982
La stazione di Sesto Marelli fu il primo capolinea a nord della prima tratta della linea M1 da Marelli a Lotto quando inaugurò nel 1964. Il 26 aprile 1982 un militante del “Movimento rivoluzionario proletario offensivo” commise un attentato incendiario all’interno della stazione distruggendola in gran parte, fortunatamente senza vittime. Nei cinque mesi necessari alla sua ricostruzione e ristrutturazione fu Villa San Giovanni il capolinea provvisorio.
#7 La stazione di Sesto 1° Maggio Fs è stata l’unica stazione tra le linee tradizionali ad avere le barriere anti-suicidio
Nessuna delle tre linee tradizionali milanesi, la rossa, la verde e la gialla, ha barriere anti-suicidio che si aprono solo quando i treni si fermano sulla banchina, ma solo le nuove linee driverless M5 e la futura M4. L’unica eccezione per qualche anno è stata la stazione Sesto 1° Maggio FS. La sperimentazione è iniziata nel 2012 per tentare di capire se fosse possibile implementare queste protezioni anche su una linea che in origine non le prevedeva. Nel 2019 Atm ha individuato il sistema di apertura delle barriere tra le cause dei falsi allarmi e delle conseguenti frenate d’emergenza sulla linea M1, con diversi feriti, e le ha quindi smantellate.
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FABIO MARCOMIN
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