Un’estate torrida per i mezzi pubblici di Milano. Dopo le politiche della Giunta per ridurre la circolazione dei mezzi privati, i cittadini lamentano però i drastici tagli dei mezzi pubblici che lasciano letteralmente a terra i milanesi. Tra corse soppresse e lunghe attese, i comitati minacciano un autunno di proteste. Arriva ora la replica della giunta, per voce dell’assessora Arianna Censi: «A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti».
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«A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti»
# Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno
Nel 2022 in città i mezzi pubblici milanesi hanno effettuato 8 milioni 81 mila e 914 corse, nel 2023 si sono fermati a 7 milioni 669 mila e 530. Significa una corsa in meno ogni venti, per un totale di 412.384 corse da un anno all’altro. Questo il risultato della “rimoludazione” della corse su alcune linee da parte di Atm: su 130 totali, 76 tra tram e bus hanno subito una riduzione di corse.
# Aspettami! Cresce la protesta dei milanesi contro ritardi e corse soppresse dei mezzi pubblici
I cittadini si organizzano in comitati per protestare contro il taglio delle corse. «Le attese anche di 20, 30 e 40 minuti e le corse che “saltano” si traducono in ritardi sul posto di lavoro e agli appuntamenti» denuncia il comunicato di Aspettami!
I comitati delle diverse zone della città si sono uniti: hanno scritto una lettera unica al Sindaco e al Comune di Milano per chiedere un bus ogni 8 minuti su tutte linee oltre a una distribuzione capillare del servizio «in modo da non lasciare indietro nessuno e scoraggiare così l’uso dell’auto privata con grande beneficio della nostra salute».
# La Giunta passa la palla al Governo: «A Milano servono 300 milioni di euro»
E’ Arianna Censi, assessora alla Mobilità, a rispondere agli attacchi per conto della Giunta. Lo fa girando la palla al governo: «A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti». Questa la cifra che serve per riportare la situazione dei mezzi pubblici a un regime soddisfacente. Anche se «Non ci sarà alcun rincaro del biglietto», assicura Censi, la richiesta è di «un intervento robusto» da parte del Governo per incrementare il servizio pubblico cittadino. Una richiesta di fondi che sembra paradossale da parte della città che riceve dallo Stato appena l’1% di quanto versa, come dimostrato in questo studio. Rinnoviamo alla Giunta la nostra solita richiesta di intervento strutturale: invece di andare sempre a Roma con il cappello in mano per spese una tantum, occorre rivendicare il diritto di Milano ad avere un’autonomia di poteri e risorse come quella che hanno tutte le migliori città d’Europa. Città come Zurigo, Vienna, Basilea, Brema, Amburgo, Berlino, Londra, Madrid, solo per citarne alcune, che sono tutte formalmente delle “città stato”, con autonomia simile a quella di una regione. Oppure vogliamo continuare a mortificare i milanesi chiedendo l’elemosina a Roma oppure fornendo servizi con standard disastrosi?
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ANDREA ZOPPOLATO
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Invece di spendere i soldi per le vie ciclabili improponibili, per le piazze e i luoghi con tavoli da ping-pong annessi e rese inaccessibili per i nmsali cittadini, ma ambite da persone di varia provenienza non europea ma schiamazzante fino alla mattina, oltre che litigiosa, l’Amministrazione avrebbe fatto bene a spendere i soldi per l mobilità urbana invece di andare a piangere dalla mamma-stato, dopo avere dichiarato urbi et orbi c he la città può benissimo badare a se stessa. Quanti soldi dei contribuenti milanesi sono stati spesi cinofallicamente?
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