In una Milano presa da assalto per la Design Week, abbiamo considerato una experience di un certo livello quella di andarsi a fare un’idea della M4 sei mesi dopo l’apertura della linea completa. Nemmeno a dirlo, i vagoni erano strapieni.
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Milano al tempo della M4 (fotoreportage): come si presentano le nuove fermate a sei mesi dall’apertura
# San Cristoforo: splendido capolinea

Punto nevralgico di collegamento con i treni, si sta definendo come un capolinea tra i più dignitosi di tutta la rete milanese. E il collegamento sotterraneo è davvero ben realizzato.
# Segneri: il ghetto

Non conoscevamo la pronuncia corretta: si dice Ségneri, come annunciato dalla voce parlante. Fermata inutile per le distanze, utile solo a riqualificare il tratto di via in mezzo alle case popolari. I bambini giocano a calcio in strada in mezzo ai lavori in corso, forse c’è speranza.
# Gelsomini: la giostra del Giambellino

Rivedere questo punto senza sezionamenti di cantieri ci ha spalancato il cuore, mancano solo gli ultimi ritocchi prima di far sparire le transenne residue.
# Frattini: una nuova piazza per Milano

Da rotonda di passaggio a centro focale del quartiere, cantiere terminato e prima ottima rivalutazione del tracciato.
# Tolstoj: l’eleganza dei portici

Dimessa, ma con una sua certa semplicità berlinese e cantieri ormai sgomberati che la rendano un’altra fermata riuscita del percorso della M4 ad aprile 2025.
# Bolivar: il busto donato dal Venezuela

Qui c’è ancora qualcosa da fare e non potrebbe essere altrimenti all’incrociare la circonvalla. Forse qualcosa di più monumentale ci sarebbe stato bene.
# California: la libertà ha il nome di una pista ciclabile

Foppa vive a intervalli regolari, in mezzo ci sono ancora le auto parcheggiate sui marciapiedi, ma se ne andranno a breve. Fermata piccola, di quartiere.
# Coni Zugna: il Parco Solari

Aiuole strane, con piante che non abbiamo riconosciuto. Eppure l’imponenza dei palazzi circostanti è ormai sgombra di transenne e pronta a farsi apprezzare da chi salirà e scenderà qui.
# Sant’Ambrogio: non pervenuta
Ancora troppi cantieri bloccano l’accesso alle uscite della M4 dalla strada. Torneremo, oh sì, se torneremo.
# De Amicis: la nobiltà

Piastrellatura in rifacimento circa a metà dell’opera, poi resterà l’alberatura. Ingressi consoni con scalinate metropolitane.
# Vetra: il Parco delle Basiliche

Lavori ancora in gran parte in corso, ma potenzialmente la fermata dal potenziale più alto, Colonne e Navigli a un passo e il profilo di San Lorenzo sullo sfondo della grande rampa di discesa.
# Santa Sofia: il vibrare del turismo

Ormai in vista di Corso Italia e del Duomo, l’ingresso principale risulta ampio e imponente. Ancora in completamento i lavori dei marciapiedi, mentre su Molino delle Armi rimangono gli inquietanti New Jersey bianchi e rossi abbandonati un po’ ovunque in città.
# Sforza: l’incompiuta

In attesa della passerella pedonale di collegamento con Missori, il cantiere invade ancora il palazzo a fianco dell’università. Manca una tettoia per la pioggia. Però le scale mobili di Sforza sono impressionanti.
# Gli interni: una nuova M5
Questo lo avevano già detto tutti, nulla di sconvolgente.
# Passerella ciclopedonale: l’incognita del futuro

Potrebbe assurgere a simbolo, come certi ponti di Calatrava, o venire odiata dalle persone che la useranno. Per ora sembra una scommessa sul futuro di Milano.
# In conclusione, come possiamo valutare questa nuova linea del metrò milanese?

Punti a favore: alcune stazioni eleganti, riqualifica delle strade esterne con piste ciclabili e aiuole, risorsa importante per i milanesi e i turisti.
Punti di discussione: lo stravagante collegamento con la M3, alcune fermate molto ravvicinate, lo stile anonimo degli arredi interni.
Continua la lettura con: Fuorisalone: la mini guida di Giacomo Biraghi
LORENZO ZUCCHI
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E’ sempre questione di gusti; ma leggo in altre fonti che Milano avrebbe perso un’occasione, quale città del design, per rafforzare questo primato con un design dell’ingresso delle stazioni meno sciatto e anonimo.