Una delle opere più attese per l’impatto che dovrebbe sulla riduzione del traffico di veicoli privati verso Milano oltre che per servire un’area popolosa come Monza. Le difficoltà però non mancano e i lavori sono ancora lontani. Gli ostacoli da superare, gli attori coinvolti nel progetto e quando potrebbe esserci il primo viaggio.
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# Lo scoglio più grosso: 400 milioni di extra costi richiesti dal Comune di Milano
Un’opera essenziale per la Brianza e per tutta Milano, dato che una volta in funzione dovrebbe ridurre sensibilmente il traffico di veicoli privati provenienti dall’hinterland nord. Al momento però è in stallo. Il progetto del raddoppio a nord fino a Monza Polo Istituzionale della M5, 11 fermate e 13 chilometri, è in realtà già stato approvato e in teoria anche finanziato prima dell’aumento del costo delle materie prime. Il Comune di Milano ha comunicato al governo italiano la necessità di recuperare circa 400 milioni di extracosti, per procedere con la gara d’appalto, anche se l’importo potrebbe però non essere quello definitivo. Si tratta di un aumento di circa il 40% su un totale erogato di quasi 1,3 miliardi di euro.
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# Regione Lombardia e Ministero dei Trasporti non hanno però ricevuto le carte che giustificano tale richiesta
L’Associazione Hq Monza, che da anni porta avanti le istanze per realizzare quanto prima il prolungamento, si dice stupita pe la richiesta di un importo così elevato, tenuto conto delle valutazioni ufficiose (più o meno la metà) circolate negli enti pubblici e tra i tecnici coinvolti.” L’assessore alle Infrastrutture della Lombardia, Claudia Maria Terzi, ha infatti spiegato come dal Comune di Milano non siano ancora arrivati i dati richiesti in base ai quali si chiedono altre risorse aggiuntive e che “né tantomeno conosce per altra via i dettagli sull’aumento dei costi”. Anche dal Ministero dei Trasporti, su informazioni richieste dalla stessa associazione, fanno sapere che è arrivata solo una richiesta generica.
A questo si affianca quella della proroga di altri due anni del termine ultimo per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante, da spostare quindi a dicembre 2026. Su entrambe le questioni il Sindaco di Monza si dice ottimista visto il dialogo costante tra tutti gli enti interessati.
# Cosa è stato fatto
Di passi in avanti ne sono stati comunque fatti. Il 30 novembre 2023 era stato pubblicato l‘avvio del procedimento degli espropri dei terreni lungo il tracciato, il 21 giugno 2024 l’annuncio dell’esito favorevole al PAUR, il Provvedimento Autorizzatorio Unico, da parte della Conferenza dei Servizi radunata presso la sede di Regione Lombardia. il passo successivo avrebbe dovuto essere il bando di gara.
# Cosa rimane da risolvere oltre alla questione dei fondi aggiuntivi
C’è però un altro problema da risolvere, collegato alla realizzazione della M5: quello del nodo di Bettola, dove è in costruzione da oltre 12 anni il nuovo capolinea nord di M1 e dove è previsto l’interscambio tra le due linee. In questo caso è stata trovata la copertura per i 38 milioni di euro di extra costi mancanti, ma non è stato ancora pubblicato il bando per trovare la nuova azienda incaricata al completamento dell’estensione della linea rossa di due fermate. Una situazione che se non risolta nei prossimi mesi rischia di allungare ulteriormente l’avvio o almeno la conclusione dei futuri cantieri per la M5.
# Primo treno nel 2033?
Arriviamo quindi ai tempi, quello che più interessa a pendolari e milanesi. La pubblicazione del bando di gara difficilmente avrà luogo entro la fine del 2024, vista anche la proroga dell’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante da part del Comune di Milano. Si andrà con molta probabilità al 2025, con avvio dei cantieri non prima della fine dello stesso anno e più verosimilmente all’inizio del 2026.
I lavori hanno una durata stimata in 7 anni, necessari tra i 1.400 e i 1.700 giorni per la realizzazione di ogni stazione. Il primo viaggio, se si troverà la quadra nei prossimi mesi, potrebbe quindi avvenire entro la fine del 2033.
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FABIO MARCOMIN
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