Dopo essere stata in prima fila tra i Paesi che più hanno agevolato l’adozione di veicoli elettrici, la Svizzera si prepara a un clamoroso dietrofront vietandone la circolazione. Vediamo perché.
SVIZZERA: stop alle AUTO ELETTRICHE?
# A ottobre il dietrofront sugli incentivi per l’acquisto di auto elettriche
La Svizzera è sempre stata in prima fila tra i Paesi promotori di una mobilità green spingendo verso l’utilizzo delle auto elettriche, così come l’Europa si prepara a dire addio definitivamente ai motori endotermici dal 2035, ma nell’ultimo periodo sta prendendo alcune decisioni significative che vanno proprio contro chi ha scelto di acquistare veicoli a emissioni zero.
Il primo provvedimento è stato preso dal Gran Consiglio alla fine del mese di Ottobre di quest’anno approvando il cambiamento di paradigma proposto dalla sua commissione ambiente, territorio ed energia riguardo lo stanziamento del credito di 11 milioni di franchi chiesto dal Consiglio di Stato. I fondi non serviranno più per l’acquisto di auto elettriche ma in parte saranno destinati all’installazione delle colonnine di ricarica a domicilio o presso datori di lavoro e in parte alla sostituzione di veicoli inquinanti con quelli di ultima generazione a benzina o diesel.
# Dal 12 dicembre il divieto di circolazione?
La crisi energetica che sta colpendo il mondo ormai da diversi mesi rischia di infliggere un altro duro colpo ai cittadini svizzeri, in particolare quelli del Canton Ticino, proprietari di veicoli elettrici. Nelle prossime settimane potrebbero essere costretti a girare a piedi. Per far fronte alla possibile scarsità di riserve di energia, tra i provvedimenti posti in consultazione ai Cantoni dal governo del ticinese Ignazio Cassis, la cui eventuale ratifica avverrà il prossimo 12 dicembre, c’è quello del divieto di circolazione appunto delle auto elettriche con deroghe di utilizzo solo per la spesa, il lavoro e visite mediche. Una piccola rivincita per le tanto condannate auto a diesel e benzina. E, soprattutto, un caso di intervento che, in nome dell’ecologia, colpisce i più ricchi, invece che i più poveri, come accade di solito dalle nostre parti…
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FABIO MARCOMIN
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