Anche VENEZIA è nata da una DONNA

Roma da una lupa, Milano da una scrofa. Venezia è stata fondata da una donna

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Credits: @artemisiadt (IG)

Le leggende che avvolgono Venezia sono così tante che non basta un solo libro per racchiuderle tutte. Una su tutte, vede la sua nascita a opera di una donna. Scopriamola insieme

Anche VENEZIA è nata da una DONNA

Ogni grande star che si rispetti ha alle spalle decine di leggende sulle sue origini: Paul McCartney sostituito dal sosia dopo la sua presunta morte, New York e i suoi alligatori che soggiornano nelle fognature, e Venezia… Venezia ha fantasmi, maledizioni, e leggende tetre e inquietanti tra le pagine della sua storia. Un giorno—forse—ve ne parlerò, ma oggi vi parlerò di una storia tutta al femminile: la leggenda della sua fondazione.  

25 marzo 421, la guerra di Troia, e altre leggende

Canonicamente, si fa risalire la nascita di Venezia al giorno della consacrazione della chiesa di San Giacometo sulla riva del Canal Grande. Ma, dopo aver chiarito che San Giacomo di Rialto è stata costruita molto più tardi, non è passato molto tempo per decretare che questa data è, purtroppo, frutto di una leggenda.

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Secondo Tito Livio, Antenore e gli altri fuggiaschi dalla guerra di Troia giunsero, fuggendo, sulle rive della costa veneta. Storia, questa, che regalerebbe a Venezia una storia ben più antica di Roma, in cui Enea e Antenore sarebbero approdati in laguna per popolarne i territori. Tuttavia, nemmeno questo mito fondato è stato giudicato abbastanza per dare lustro a Venezia, e storici e cronisti hanno ritenuto necessario scavare ancora tra i miti e le leggende per trovare un altro momento che illuminasse i natali di Venezia. Ed è qui che entra in gioco Attila, re degli Unni. 

Adriana, regina di Padova

Attila, famoso per essere un personaggio non troppo amichevole e cordiale, si inserisce nelle cronache veneziane quando, durante la sua invasione che distrusse parecchie città del nord Italia, tra cui Oderzo e Aquileia—fondata per altro dal troiano Aquilo—e, una volta giunto alla volta di Padova, il re Gilius, buono e amato da tutti come nelle migliori storie, corse ai ripari. 

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Credits: @artemisiadt (IG)

Il re, infatti, si racconta che ordinò alla moglie di fuggire insieme ai figli e al tesoro della corona. Fu quindi la regina Adriana, a capo di un piccolo gruppo di fuggitivi, a navigare le terre paludose della laguna veneta e, quando approdarono su un terreno più stabile e sicuro, chiamarono quella terra Dorsoduro. Che è uno degli attuali sestieri di Venezia. 

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Questa leggenda, infine, sembra avere tutto: narra di eventi drammatici, di profondo coraggio, e di donne forti. La leggenda perfetta non solo per rendere ancora più nobili i natali di una città importante come Venezia, ma anche per impressionare l’immaginario collettivo.

Ma qual è la verità…? 

In mezzo a tutte queste storie, miti, e leggende, viene spontaneo chiedersi quale sia la realtà. Io me lo sono chiesto. E la risposta è che i primi insediamenti nelle isole della laguna sono di epoca romana. 

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Secondo gli storici, le origini di Venezia sono probabilmente più moderate e meno nobili, e—purtroppo—non riconducibili a una data precisa. L’occupazione dei territori della laguna, infatti, è avvenuta attraverso un lungo processo di migrazione lungo un arco temporale molto ampio.

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In una lettera del 537-538 d.C., il senatore Flavio Aurelio Cassiodoro offre una prima descrizione di Venezia come città lagunare abitata da persone e dedita alla pesca e alla produzione di sale, con case “costruite alla maniera degli uccelli acquatici” e barche legate all’esterno.

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Sembrerebbe che, per quanto le popolazioni barbare abbiano contribuito alla migrazione delle genti dall’entroterra alla costa fino a spingerle nelle isolette lagunari, non hanno di certo il merito di aver dato vita alla più famosa città sull’acqua.

Fonte: InItalia, eVenice

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GIADA GRASSO 

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Giada Grasso
Classe 1987, nasco a Catania, vivo a Venezia, e parlo toscano. Per riscattare una parlantina alquanto solida, mi laureo in Comunicazione e mi specializzo in Scienze del Linguaggio. Mi piace viaggiare, anche e soprattutto con la mente, e spaziare tra i più disparati interessi: canto, continuo a studiare lingue che mi stimolino, programmo, leggo libri di neuroscienze e sociologia, medito nel tempo libero, fotografo quando trovo la luce colpire gli oggetti nel modo giusto, pettino una gatta che non vuole saperne di essere acconciata.