Friuli o Venezia Giulia?

Spesso si parla di "Friuli" per identificare la regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, commettendo un grave errore

0
Alla Ghiacciaia, Udine
Naviga su Milano Città Stato senza pubblicità

Spesso si parla di “Friuli” per identificare la regione autonoma del Friuli Venezia Giulia, commettendo un grave errore. Vi ho preparato una mini-guida per cercare di comprendere un po’ meglio questa fantastica terra di confine.

Friuli o Venezia Giulia?

C’è una bellissima terra di confine, all’estremo Nord Est dell’Italia, che si chiama Friuli Venezia Giulia.

Credits: @turismofvg(FB)

La maggior parte della regione del Friuli Venezia Giulia – quella ad occidente – è occupata dal Friuli. Vi appartengono le province di Pordenone, Udine e una parte di quella di Gorizia.

La Venezia Giulia è invece soltanto in parte in territorio italiano: comprende il resto della provincia di Gorizia e quella di Trieste. Si estende, oltreconfine, in terra slovena e croata, comprendendo l’Istria, le isole del Quarnaro e la città di Fiume.

# Un po’ di storia

La divisione tra Friuli e Venezia Giulia è molto antica. Le due aree vennero accorpate in una regione a statuto autonomo tra il 1954 e il 1975, in diverse fasi.

I Libri di Milano Città Stato a casa tua: scopri come fare

L’area di cui vi parlo, all’estremità nordorientale dell’Italia, è stata da sempre un incrocio di popolazioni e culture diverse, dove si sono mischiate e scontrate le identità etniche e linguistiche latina, germanica e slava. Ancora ai giorni nostri, nella regione si parlano molte lingue. Italiano, friulano, sloveno, tedesco e veneto in Friuli; si aggiunga il croato in Venezia Giulia.

Credits: @turismofvg(FB) – Tempio Ossario di Udine

# Un po’ di storia: Il Friuli

Il Friuli prende il nome da Cividale del Friuli, dove i Longobardi, nel sesto secolo, stabilirono il Ducato del Friuli. Dopo i longobardi, i franchi vi istituirono la Marca del Friuli, trasformatasi in seguito nel Patriarcato di Aquileia, un’entità statale con un forte legame al Sacro Romano Impero.

Nel corso dei secoli successivi il controllo formale sul Friuli fu conteso dalle varie potenze dell’area (Repubblica di Venezia e gli Asburgo). Nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, il Friuli fu annesso insieme al Veneto alla Lombardia austriaca. Dopo le guerre di indipendenza, parte del Friuli fu accorpato al Regno d’Italia. Il resto vi passò dopo la Prima guerra mondiale.

# Un po’ di storia: La Venezia Giulia

La Venezia Giulia comprende soprattutto territori dell’ex Jugoslavia: l’Istria e l’area di Fiume, che oggi fanno parte rispettivamente di Croazia e Slovenia). Sono terre che furono a lungo contese da Regno d’Italia e Regno Austriaco prima, da Italia e Jugoslavia poi. Ospitarono ancora più del Friuli popolazioni variegate dal punto di vista etnico e linguistico.

Il nome di Venezia Giulia fu introdotto soltanto nel 1863, quando lo propose il glottologo di Gorizia Graziadio Isaia Ascoli, che divise in tre l’antica Regio X di epoca augustea. Ascoli propose i nomi di Venezia Tridentina (che corrisponde all’incirca al Trentino-Alto Adige), Venezia Euganea (più o meno il Veneto più il Friuli) e Venezia Giulia, che prese il nome dalle Alpi Giulie. Le “Tre Venezie” sono quelle che ancora oggi, soprattutto nei bollettini meteo, sono chiamate “Triveneto”.

# Friuli Venezia Giulia come regione a statuto autonomo

La creazione di una regione autonoma che comprendesse Friuli e Venezia Giulia fu inserita in Costituzione dopo la Seconda Guerra mondiale.

Per molti anni però non se ne fece niente, anche perché fino al 1954 Trieste faceva parte del Territorio Libero di Trieste, gestito dagli Alleati.

Nel 1963, infine, la regione si diede uno statuto autonomo. Ancora oggi, però, ci sono diverse correnti di pensiero: qualcuno ritiene che la Venezia Giulia italiana corrisponda alla sola provincia di Trieste, mentre qualcun altro ci include anche parte di quella di Gorizia.

Un’ultima questione è quella del trattino tra “Friuli” e “Venezia Giulia”: originariamente, il trattino c’era, a sottolineare la differenza tra le due aree della regione. Dall’inizio degli anni Duemila si è però diffusa la versione senza trattino, e ovviamente non c’è unanimità: per qualcuno deve continuare a essere usato, per qualcun altro andrebbe tolto.

Dal 2001, sia nella Costituzione che nello Statuto regionale del Friuli Venezia Giulia sono presenti entrambe le versioni.

# Il Friulano

Se proprio si vuole usare un termine generico “friulano”, lo si può fare al cospetto della lingua che si parla nella regione, con le sue varianti.

Il friulano si è sviluppato a partire dal latino rustico aquileiese, a cui si sono poi aggiunti numerosi elementi celtici, slavi e germanici. Questo in quanto i vari popoli di stirpe germanica (longobardi, goti, franchi, tedeschi) hanno dominato questa zona per oltre 900 anni.

Nel 1999, lo Stato Italiano ha riconosciuto la minoranza linguistica storica friulana, con la legge 482/1999, articolo 2.

Come ogni lingua, gode di numerose varianti, che seguono in maniera più o meno precisa criteri geografici, storici e culturali. Si usa dividere il friulano in 4 varianti distinte:

  • il friulano orientale, parlato nella gran parte della provincia di Gorizia
  • il friulano centrale, parlato in gran parte della provincia di Udine (ad esclusione della Carnia)
  • il friulano occidentale, o concordese, parlato a Pordenone e a Portogruaro (cittadina facente parte della città metropolitana di Venezia)
  • il friulano carnico, parlato in Carnia.

Non mancano altri numerosi idiomi legati al friulano, come il tergestino (parlato a Trieste) o il muglisano (parlato nella zona di Muggia).

# Ma Gorizia?

Una zona ancora più particolare della regione è quella che prende il nome di Bisiacaria.

Credits: @turismofvg(FB) – La città di Gorizia

La denominazione è attribuita ad una zona geografico-linguistica specifica nella parte meridionale della provincia di Gorizia delimitata dal golfo di Panzano, il fiume Isonzo dalla foce a Sagrado e il limite occidentale dell’Altopiano Carsico.

Nell’area si parla il dialetto bisiaco, una particolare variante del veneto fortemente influenzata da friulano e sloveno. Esistono variati siti e forum di linguisti autoctoni che da molti anni tengono aggiornato il vocabolario del dialetto bisiac, a tutti li effetti assimilabile al dialetto veneto. Vi cito solamente quello di Nicola Soranzo, che come potete vedere, scrive dal 1999 e con cuore e orgoglio tiene aggiornato il suo blog.

# FVG

Ogni volta che parlate di Friuli Venezia Giulia, fate per cui attenzione ad utilizzare il termine corretto, in base a ciò di cui volete parlare. Tuttora, poi, esistono tensioni e disaccordi sui territori che rientrerebbero in Friuli e quelli della Venezia Giulia, e la divisione tra le due regioni è stata ed è ancora dibattuta. Nonostante lo sforzo dell’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia, della Società geografica italiana e delle varie istituzioni chiamate in causa, i nuovi confini delle province sono ancora una incognita.

Credits: @turismofvg(FB) – La città di Trieste

Voglio insegnare un trucchetto a chi ha fretta e non vuole sbagliare: se sul vostro motore di ricerca scrivete FVG, andate sempre sul sicuro, non offendete o escludete nessuno e vi bastano soltanto 3 caratteri. Lo stesso sito della regione, cita l’acronimo RAFVG (Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia).

Ah, un’ultima cosa: non dite mai (mai!) che qualcuno parla in dialetto friulano. Il friulano, è una lingua!

Credits: ilpiccolo.geolocal.it, dialetto bislac

Continua la lettura con: Le 10 MONTAGNE per godersi l’ESTATE (immagini e mappe)

LUCIO BARDELLE

copyright milanocittastato.it

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.


Articolo precedenteLa storia INFINITA 2: nuovo rinvio per la M4? Ecco perché
Articolo successivoPORTA NUOVA: arriva il DIAMANTINO
Lucio Bardelle
Nasco a Dolo (VE) nel 1979. Padre padovano, mamma vicentina, cresco nella terraferma veneziana. Studio Economia a Venezia, poi viaggio, per lavoro e per piacere. Vivo una decina d'anni tra Bologna, Lombardia e Roma, poi torno a Venezia. Sono appassionato di musica rock, suono la chitarra e il basso. Scrivo per una associazione locale a sostegno del cittadino (Oltre il muro), creata da Pietro, uno dei miei migliori amici, infortunatosi 15 anni fa durante una partita di calcio.