Un viaggio alla scoperta degli angoli più nascosti della Street Art made in Veneto.
I musei a cielo aperto più belli della STREET ART made in Veneto
Il Veneto è una regione ricca di arte e la Street art ne fa parte di diritto. Da qualche anno, alcune zone della regione, partendo da borghi di montagna, passando per paesi di provincia e arrivando alle città più conosciute, sono diventate dei veri e propri musei a cielo aperto. Coloratissime, queste opere d’arte sono andate a sostituire, in taluni casi, abbandono e grigiore che da anni dominavano la scena. In altri casi, i “disegni” sono stati ideati e realizzati in piena armonia con le vie del paese, già di loro inevitabilmente poetiche. Tutto questo è avvenuto, e sta avvenendo, grazie al patrocinio delle amministrazioni locali, che hanno capito l’importanza del rivalutare gli angoli abbandonati dei propri territori.
# Cibiana di Cadore
Cominciamo il viaggio da un paese che si trova nel cuore delle Dolomiti. In mezzo alle montagne, a quasi mille metri di altezza, sorge il piccolo borgo di Cibiana di Cadore. Cibiana non vive di turismo sfrenato come succede nella vicina Cortina d’Ampezzo. A Cibiana si respira ancora l’aria di un posto vero, grazie ai suoi 450 abitanti che non hanno mai abbandonato la passione per la vita di montagna.
Cibiana è famosa per i suoi murales. Fin dall’ormai lontano 1980, diversi artisti di fama internazionale, sono giunti proprio a Cibiana per realizzare, ad oggi, più di 50 affreschi, dando vita a un vero e proprio museo all’aperto. Grazie agli artisti, provenienti da Italia, Giappone, Ex Unione Sovietica, Cibiana è diventata il “Paese dei Murales” o “Paese che racconta la sua storia“. Ogni opera rappresenta infatti la storia della casa su cui è stata realizzata. Sulla parete della casa del fabbro è raffigurato proprio questo mestiere, così come per il mugnaio e per il falegname.
#Tarzo e la Via dei Murales
Ci spostiamo nel trevigiano, e più precisamente nel comune di Tarzo. In questa zona per lo più rurale, lungo le rive dei Laghi di Revine, si trova la Via dei Murales. Si tratta di un progetto nato nel 2008 su iniziativa della Pro Loco di Tarzo. Il suo scopo è quello di valorizzare il territorio.
Lungo la strada, che tocca le frazioni di Fratta e Colmaggiore, sono stati realizzati 15 murales da diversi artisti veneti. I murales richiamano i temi della cultura popolare locale e dell’emigrazione e si affiancano ad altri affreschi molto più antichi, alcuni addirittura risalenti al 1500.
# IDoLove – L’Urban Festival di Dolo
Artisti come il milanese Pao, il padovano Tony Gallo e molti altri, hanno realizzato alcune opere spettacolari, piene sì di colori, ma anche di molto significato.
# Padova e Super Walls
Le città di Padova e di Abano Terme hanno ospitato, nel mese di Giugno 2021, la seconda edizione di Super Walls, il Festival Biennale della Street Art. Anche in questo caso, obiettivo principale dell’iniziativa è quello della riqualificazione del territorio urbano e suburbano grazie alla Street Art. La manifestazione ha visto gli Artisti selezionati dipingere, ognuno con il proprio stile, le pareti di alcuni edifici messi a disposizione da soggetti pubblici e privati.
La seconda edizione di Super Walls ha toccato Abano Terme, Padova e altri sei comuni della provincia di Padova (Albignasego, Limena, Mestrino, Tombelle di Saonara, Sarmeola di Rubano e Veggiano). I numeri principali i Super Walls 2021: 40 street artist, di cui 12 donne, provenienti da 5 paesi europei. Il tema della rinascita su 35 superfici messe a disposizione da realtà private e istituzionali, aziende, strutture ricreative, supermercati, istituti religiosi, fino all’Università degli Studi di Padova e agli ospedali cittadini. Durante questa edizione, è stata realizzata dal collettivo francese La Crémerie l’opera di street art più grande d’Italia: l’impianto idrico comunale di via Bottazzo a Padova, gestito da AcegasApsAmga.
# Venezia e Bansky
Il viaggio di oggi si chiude a Venezia. Nel 2019, Bansky ha scelto Venezia, capitale indiscussa dell’arte. Una mattina di maggio, a due passi (o come si dice a Venezia, a un ponte) da Campo Santa Margherita, è apparso un murales dell’artista Banksy. L’opera raffigura un bambino con un giubbotto salvagente e un razzo segnaletico in mano: una dedica all’attualissimo tema dell’immigrazione. Comparso come per magia con stupore generale, il murales è diventato subito famoso in tutto il mondo.
Continua la lettura con: La DISCOTECA di culto diventa la “cappella sistina” della STREET ART
LUCIO BARDELLE
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