Il leone alato è uno dei simboli più noti ed amati di Venezia e, da diversi anni, anche della Regione Veneto. E, in virtù del suo legame con San Marco, è detto anche “leone marciano”.
Ma qual è la sua storia?
Il Leone di San Marco, il simbolo di Venezia nei secoli
# Da Alessandria d’Egitto a Venezia: la storia del leone alato e di come sia diventato un simbolo noto in tutto il mondo
Secondo una leggenda, San Marco si stava recando in nave ad Alessandria d’Egitto per convertire i suoi abitanti al Cristianesimo. Si fermò a riposare a Venezia e proprio lì gli apparve in sogno un angelo con fattezze leonine. Egli gli si rivolse in latino e le sue parole furono: “Pax tibi, Marce, evangelista meus, hic requiescet corpus tuum”, ossia “Pace a te, Marco, mio evangelista, il tuo corpo riposerà qui”.
Oltre a figurare parzialmente sul libro che il leone regge con le zampe quando è aperto, questa frase ha giustificato il trasferimento delle spoglie del Santo da Alessandria d’Egitto a Venezia, di cui divenne patrono nell’828.
Tuttavia, il leone di San Marco diventò ufficialmente il simbolo della Repubblica di Venezia solo dal 1200.
# Quando gridare “viva San Marco!” era punto con la morte
Il leone alato è un simbolo che compare anche sulla bandiera della Marina italiana ed è il simbolo della fanteria scelta dei Lagunari. Inoltre, ha ispirato i premi della Biennale del Cinema, appare su molte monete antiche e, come monumento, anche in molti luoghi che fecero parte dell’Impero Commerciale della Serenissima.
Una prova fortissima, anche se indiretta, della forza del Leone di San Marco si ebbe durante il periodo napoleonico, quando diverse statue del leone alato furono distrutte e pronunciare “viva San Marco!” era punito con la morte.
# Simbolo del dominio di Venezia, su terra e su mare
Seppur la Serenissima Repubblica di Venezia non abbia mai codificato i propri simboli in modo rigido, il leone alato in posizione “andante”, completamente visibile e con una zampa poggiata sul libro aperto, indicava la piena signoria veneziana su un dato luogo.
Questo simbolo poteva avere una variante, nella quale il leone con il libro aperto poggiava le zampe posteriori sulla terra e quelle anteriori sul mare. Ciò indicava il pieno dominio di Venezia sullo stato da tera e sullo stato da mar, ossia sulle principali suddivisioni amministrative della Serenissima.
Il leone alato veneziano poteva anche essere rampante, ossia rizzato sulle zampe posteriori, sorretto dal libro e mantenendo la spada. Questo dimostrava la gestione della giustizia da parte di Venezia, anche all’interno dei suoi possedimenti. In ultimo, la presenza del leone di San Marco con la zampa sul libro chiuso stava a significare che le sole magistrature pubbliche erano sotto Venezia e, quindi, la sovranità marciana era indiretta.
Esiste anche una versione rotonda del leone di San Marco, detta “in moleca”, dal nome del granchio che ricorda la sua forma. Generalmente, questa veniva usata negli spazi ridotti e, in tempi moderni, ispirò la mostrina del Reggimento dei Lagunari.
# Spada e libro chiuso: presente e futuro del leone marciano
L’ 8 gennaio 1997 il gonfalone cittadino e lo stemma di Venezia hanno assunto la loro forma odierna.
La versione modificata della bandiera di Venezia, con il leone che regge la spada e ha la zampa su un libro chiuso, è quella più utilizzata dall’autonomismo veneto.
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ANTONIO ENRICO BUONOCORE
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