“Il Quartiere Giardino di Marghera rappresenta un insieme di valore storico ed estetico di non comune testimonianza meritevole di tutela paesaggistica”
Marghera: la CITTÀ GIARDINO dichiarata di “notevole interesse pubblico”
# 1917: Nasce Porto Marghera
Nel 1917 nasce Porto Marghera, uno dei siti industriali più estesi ed importanti del territorio nazionale. La sua superficie complessiva è oggi pari a circa 2000 ettari ed è occupata da insediamenti industriali (prima e seconda zona industriale), canali e specchi d’acqua, insediamenti del porto commerciale, strade, ferrovie e fasce demaniali. E’ situata in corrispondenza del maggiore nodo infrastrutturale, viario, portuale e aeroportuale della regione del Nord-Est, oltre che nei pressi dell’area urbana di terraferma veneziana.
# Le case di Marghera
Marghera, quartiere urbano del comune di Venezia, è stata progettata agli inizi del Novecento, nell’ottica di un’espansione del territorio comunale, in risposta a due esigenze distinte: dare un’abitazione ai lavoratori del porto e mitigare la crisi edilizia del centro storico, dove gran parte dei veneziani abitavano in case al piano terra, umide e malsane.
# Emilio Emmer, da Milano a Marghera per la “città giardino”
Oggi, Marghera annovera uno fra i pochi quartieri italiani riconosciuti “di notevole interesse pubblico”. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha vincolato infatti l’area di Città Giardino progettata da Emilio Emmer (l’ingegnere milanese al quale, nel 1922, venne affidato l’incarico di redigere il Piano Regolatore) perchè: “costituisce un insieme caratteristico del Novecento che testimonia una fase significativa della storia della città e delle teorie urbanistiche, costituendo un paesaggio urbano di notevole interesse per i suoi caratteri d’insieme e delle sue singole parti”.
# Le regole della Città Giardino
Nonostante la sua fama la preceda, Marghera, tuttavia, non è mai stata un dormitorio. E’ stata progettata come una Città Giardino, per rendere più vivibile la parte residenziale di un paese che ha fatto dell’industria petrolchimica il suo triste biglietto da visita.
Da una parte, si può constatare come gli ultimi due decenni siano stati fondamentali per trasformare la maggioranza dei suoi famigerati quartieri popolari in nuove aree residenziali immerse nel verde (ad esempio dove ora sorge il Parco Catene).
Dall’altra, basta percorrere qualche via a caso del centro di Marghera per rendersi conto di quanto sia stata, al tempo, ben ideata.
Lungo un viale alberato della larghezza di 80 metri, Emilio Emmer, volendo creare un’oasi verde tra il grigiore delle fabbriche, progettò le sue villette liberty, stabilendo alcune regole:
- ogni casa non doveva avere più di tre piani compreso il terreno
- ogni abitazione sarebbe stata circondata da orti e giardini e recintata da muretti con ringhiere in ferro battuto
- I giardini privati dovevano misurare almeno quattro volte l’edificio annesso
- le case dovevano distare tra loro di almeno 15 metri
In poco più di due anni, Città Giardino contava già una cinquantina di abitazioni. Villette impreziosite da motivi floreali e da archetti gotici o rinascimentali che richiamavano le decorazioni tipiche dei palazzi veneziani.
Il Mibac oggi sentenzia che: “il Quartiere Giardino di Marghera rappresenta un insieme di valore storico ed estetico di non comune testimonianza meritevole di tutela paesaggistica“.
Come diretta conseguenza, le villette liberty che dominano Marghera, progettate da Emmer, non potranno più essere abbattute. Per ogni modifica prevista, essendo vincolate, dovrà esser richiesta regolare autorizzazione alla Soprintendenza ai Beni culturali.
Credits: ilmetropolitano.it, regione.veneto.it
Continua la lettura con: Forte Marghera torna protagonista con il restauro delle casermette napoleniche
LUCIO BARDELLE
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