Tinder pubblica la classifica delle venti location ideali per il primo incontro. Oggi vi parlo di uno di questi luoghi fiabeschi.
Per Tinder il LUOGO IDEALE per il PRIMO INCONTRO è in Alto Adige
Potrebbe sembrare una umile puntata della famosa serie britannica Black Mirror, quella che detta i segreti di Tinder o comunque di tutte le app utilizzate, più o meno segretamente, da milioni di persone in tutta Italia per trovare l’anima gemella. O più semplicemente per trovare qualche ora di distacco dalla vita di tutti i giorni, alimentata dallo smartworking e da cibo e compere consegnati a domicilio ad ogni ora del giorno (e della notte).
# Tinder e la classifica delle venti location per i dates
Risulta curioso, tuttavia, sapere che lo stesso Tinder abbia stilato la classifica delle “venti location mozzafiato per i dates“. Venti, per una lista che tocca ciascuna delle regioni italiane, al fine di far sentire ciascuna di essere rappresentata.
Il podio è occupato dalle località del nord Italia: al primo posto, la Val d’Aosta, con la cittadina di Aymavilles.
Al secondo posto lo splendido Lago di Resia, in Val Venosta, dove Italia, Svizzera e Austria si uniscono.
La medaglia di bronzo va al Bosco Verticale di Milano.
# Curon e il Lago di Resia
Il Lago di Resia, a Curon Venosta, in Alto Adige, è un luogo più unico che raro. Si trova nelle vicinanze del Passo Resia, è il bacino d’acqua più grande della zona nord-occidentale della provincia autonoma di Bolzano ed è una meta ricca di storia, leggende e meraviglie della natura.
Il Lago di Resia è indicato infatti come la meta ideale “per i fan di Netflix“. Per coloro che hanno amato Curon, la prima serie horror di Netflix, questo posto è semplicemente imperdibile! Tra le montagne dell’Alto Adige, l’immagine del campanile che emerge dal lago crea l’atmosfera perfetta per un primo appuntamento avventuroso e suggestivo.
Netflix ci ha abituati al Lago di Resia come un luogo tetro e poco accogliente. Arrivati davanti al suo iconico campanile nel lago, simbolo di Curon Venosta e della Val Venosta, non si può notare che la realtà sia invece ben altra cosa. Il lago, infatti, ha in sé qualcosa di fiabesco. Il campanile spicca poco lontano dalle rive, nello specchio d’acqua chiara del lago di Resia, lungo 6,6 chilometri e largo 1.
A fargli da cornice, le montagne della Vallelunga, una delle valli più incontaminate di tutto l’arco alpino. Le immagini che trovate su internet sono spettacolari e vi assicuro che, dal vivo, il paesaggio è semplicemente mozzafiato.
# La storia del lago
La storia del lago di Resia risale agli anni Cinquanta. Una manciata di anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, furono completati i lavori di una grande diga per la produzione dell’energia idroelettrica che unì due dei tre bacini naturali del Passo Resia: il Lago di Resia e di Curon. Il Lago di San Valentino alla Muta, più a sud, è rimasto invece nel suo stato originario. L’acqua inghiottì per sempre il vecchio paese di Curon Venosta e parte del comune di Resia, che oggi giacciono a 22 metri di profondità. Gli abitanti del luogo furono costretti ad abbandonare tutto, case, masi, campi e strade, nonostante le proteste. Emigrarono poco lontano, costruendo la nuova Curon Venosta e una nuova vita.
A memoria del triste passato e dei paesi sommersi rimangono solo i ricordi dei pochi anziani ancora vivi e, appunto, il campanile della Chiesa romanica di Santa Caterina d’Alessandria, risalente al 1357, l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì più di 150 edifici.
Una leggenda locale narra che, nelle notti d’inverno, quando il lago ghiaccia e il campanile si può addirittura raggiungere a piedi, si sentano ancora suonare le campane (rimosse ufficialmente il 18 luglio 1959, prima della creazione del bacino artificiale).
# Curon riemersa
Nello scorso mese di Maggio, complice una serie di lavori di manutenzione da parte di Alperia (società che oggi gestisce gli impianti), sono riemersi frammenti di scale e fondamenta delle 163 case che finirono sott’acqua più di 70 anni fa. Il paese era infatti stato sommerso nel 1950 da Montedison. La diga ancora oggi produce energia per 250 milioni di kw/h all’anno.
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LUCIO BARDELLE
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