Dopo 10 anni dalla sua presentazione, sfuma il progetto Veneto City. Cosa sorgerà ora al suo posto?
VENETO CITY: sfuma il progetto che doveva rivoluzionare un’intera regione
“Colline, canali e alberi per mitigare l’impatto dell’area che darà vita, tra Dolo e Pianiga, a Veneto City. Energie rinnovabili e massimo nove piani di altezza”. Questo in sintesi il progetto originale.
# 2011: l’idea di Veneto City
Erano queste, nell’ormai lontano 2011, le parole con cui veniva presentato l’avveniristico progetto di Veneto City, polo commerciale che sarebbe dovuto nascere in un’area strategica, alle porte di Venezia, dove la A4 si trasforma nel Passante di Mestre, ad Arino di Dolo.
I progetti parlavano molto chiaro: “ricostruire la memoria paesaggistica dell’area tra colline, filari, verde e canali. Tutto si svilupperà verso l’alto. Nessuno scavo. Si alzerà il livello rispetto a quello della viabilità in modo da fare spazio ad aree pedonali e ciclabili, che si coniugheranno con l’area della stazione della metropolitana di superficie (Sfmr) e l’area “ricettiva” con gli alberghi.
Il tutto, dando spazio alle energie rinnovabili, come quella termica, geotermica e solare.
# Una colata di cemento in mezzo alla campagna
«Una colata di cemento in mezzo alla campagna». Così veniva descritto Veneto City. Un intervento in effetti dalle proporzioni gigantesche, nato prima come area industriale, ma trasformato in seguito in quartiere polifunzionale dalla cubatura lievitata in maniera sostanziosa.
Veneto City (alberghi, uffici, sala convegni, fiera, spazi universitari e un centro per le eccellenze regionali dai contorni sempre fumosi) avrebbe dato il via alla costruzione di oltre 502 mila metri quadrati di superficie netta per oltre 1 milione e 700 mila metri cubi disposti tra torri ed edifici a piano terra.
Un polo del terziario rimasto sulla carta. Crisi, burocrazia, la morte – avvenuta nel 2017, in Crimea, durante una battuta di caccia – dell’ingegnere Luigi Endrizzi, vero promotore del progetto, e infine le difficoltà delle società dentro Veneto City hanno portato i promotori ad alzare bandiera bianca, l’estate scorsa, mettendo per iscritto la volontà di rinunciare al progetto Veneto City così come era stato pensato.
# Aprile 2021: la fine di Veneto City
Infatti, il 7 aprile scorso, la Città metropolitana di Venezia, con un decreto del sindaco Luigi Brugnaro, ha firmato un’ordinanza (preceduta da interventi analoghi dei comuni di Dolo e Pianiga, oltre che della Regione Veneto) che in breve, tramite un ultimo atto da parte della Regione, metterà la pietra tombale sul progetto.
# Cosa ne sarà di Veneto City?
La società proprietaria dell’area in cui sarebbe dovuto sorgere il polo, l’ex Veneto City SpA, riversa in forte crisi finanziaria. Con circa 15 milioni di debiti nei confronti degli istituti di credito, sta trattando per vendere il terreno a “una società di primario standing nazionale interessata all’acquisizione di tutta l’area di proprietà”.
# La parola alle amministrazioni comunali
Le varie parti interessate hanno reagito in maniera sostanzialmente opposta al verdetto su Veneto City.
Federico Calzavara, sindaco di Pianiga: “Al posto di Veneto City, nasceranno capannoni in stile anni 90 che produrranno un intasamento del traffico su tutta l’area industriale di Arino-Dolo e che ricadrà anche in quella di Pianiga”. Il pensiero di Calzavara prende in considerazione vari aspetti: “La società proprietaria dell’area sta tentando di vendere i terreni. Si parla di capannoni legati alla grande logistica. Si torna al vecchio piano urbanistico degli anni Novanta (1999). Con Veneto City, ad esempio, era previsto l’adeguamento della rete viaria. Ora con lo sviluppo in vecchio stile no. E ne risentirà il territorio comunale di Pianiga»
Diametralmente opposta la visione, invece, di Dolo e del Comitato Opzione Zero
Il sindaco pro tempore di Dolo Gian Luigi Naletto, a nome di tutta la giunta, dice che “sulla risoluzione del progetto Veneto City si sono espressi tutti gli enti coinvolti nell’accordo di programma. Ora manca l’ultimo passaggio in Regione per sottoscrivere il verbale congiuntamente. Ad oggi non ci sono altre proposte per le aree coinvolte. Qualsiasi richiesta dovesse arrivare sarà attentamente esaminata”.
“Gli siamo stati con il fiato sul collo”, dice l’assessore all’Urbanistica di Dolo, Matteo Bellomo, “e abbiamo evitato la realizzazione di un intervento devastante per il territorio anche dal punto di vista dell’impatto economico e sociale”.
Infine, parla Mattia Donadel per il Comitato Opzione Zero, che si è battuto per anni contro il progetto: “I Comuni interessati potrebbero prendere una decisione radicale destinando quell’area a diventare un bosco di pianura accanto all’autostrada. Sarebbe un segnale importante nella direzione di uno sviluppo sostenibile a volte tanto decantato a parole ma non nei fatti e con scelte coraggiose”.
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LUCIO BARDELLE
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